Juventus, avv. Grassani: «Punito un metodo illegale. Non escludo nuove sanzioni e l’Uefa non rimarrà inerte»
L’edizione online de “Il Messaggero” ha riportato un’intervista all’avvocato Mattia Grassani sulla sentenza ai danni della Juventus.
Avvocato Mattia Grassani, proviamo a leggere la sentenza della Corte federale d’appello: come si è arrivati a comminare 15 punti di penalizzazione alla Juve? «Non è semplicissimo anticipare il percorso argomentativo della Corte. Di certo i 15 punti di penalizzazione conseguono a una duplice esigenza, rappresentata anche dal Procuratore federale Chiné nella propria requisitoria: sanzionare comportamenti di particolare gravità e infliggere sanzioni afflittive. Si tratta di una sanzione indubbiamente con pochi precedenti nelle massime categorie, conseguente all’accertamento di una responsabilità che, a mio avviso, potrebbe non essere collegata all’esame delle singole operazioni oggetto di contestazione ma a valutazioni di carattere più generale sulla gestione del club bianconero nel periodo attenzionato».
Non è una punizione eccessiva per una semplice slealtà sportiva? «Non sono d’accordo. L’articolo 4 CGS, norma ombrello che punisce tutti quei comportamenti contrari a lealtà, probità e correttezza posti in essere nell’esercizio dell’attività rilevante per la Figc, non presenta sanzioni minime e massime: non si dimentichi che la stessa Juventus venne retrocessa in Serie B per violazione dell’allora articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva, oggi trasfuso nell’articolo 4. È una delle peculiarità dell’ordinamento sportivo che, a differenza, ad esempio, dell’ambito penale, consente di sanzionare anche comportamenti non previsti come disciplinarmente rilevanti da una specifica disposizione, ma semplicemente qualificabili come sleali, scorretti o improbi».
Perché la Corte è andata oltre le richieste della Procura? «La Corte Federale d’Appello, come gli altri organi di giustizia sportiva che operano nel giudizio disciplinare, non è tenuta ad attenersi alle richieste della Procura Federale. Evidentemente ha ritenuto i comportamenti dei dirigenti deferiti meritevoli di sanzioni più gravi. Scelta onestamente piuttosto sorprendente se si considera l’obiettivo aggravamento delle richieste della Procura Federale rispetto al giudizio ordinario: sono curioso di leggere la motivazione».
La domanda che si fanno tutti: perché le altre società e soggetti coinvolti non sono stati puniti nonostante le richieste della Procura? «Probabilmente perché le carte provenienti dalla Procura della Repubblica di Torino non hanno evidenziato, negli altri club, l’elemento psicologico e il contributo volontario a quello che potrebbe essere stato ritenuto un vero e proprio sistema. In altre parole, non esiste prova che gli altri club fossero consapevoli concorrenti del club bianconero. Non si dimentichi che trattavasi di un ricorso per revocazione e, dunque, per incidere sulle decisioni già assunte e passate in giudicato, era necessario un fatto nuovo decisivo a carico degli indagati. Che, nel caso delle altre società, non era ravvisabile negli atti provenuti da Torino».
Dunque, ancora una volta la giustizia sportiva non è riuscita ad entrare nel merito delle plusvalenze? «Bisogna attendere le motivazioni, ma a sensazione credo che l’organo giudicante non abbia approfondito ogni singola operazione, avendo già affermato, nella decisione revocata, l’inesistenza di un metodo per la valutazione del diritto alle prestazioni dei calciatori. Così ponendosi in linea con la giurisprudenza di settore».
Se sono arrivati 15 punti di penalizzazione per il sistema plusvalenze, cosa dobbiamo aspettarci dal procedimento che nascerà sulle manovre stipendi? «Si tratta di un procedimento completamente diverso e senza precedenti. Una nuova partita che si giocherà principalmente sull’accertamento delle conseguenze che la manovra stipendi ha prodotto in termini di benefici per il club bianconero. Anche in questo caso, difficile immaginare le sanzioni che saranno richieste dalla Procura Federale, ma non escludo che si possa tornare a discutere di penalizzazione in classifica, soprattutto qualora si contesti l’illegittimo conseguimento della Licenza nazionale necessaria per la partecipazione al campionato o l’elusione dei controlli periodici in materia di pagamento degli emolumenti in favore dei tesserati».
E dall’Uefa? Queste violazioni incidono sull’accordo che club e Uefa hanno in nome del rispetto del Fairplay finanziario? «La Uefa ha già aperto un’indagine, almeno per quanto appreso dagli organi di stampa, e credo non rimarrà insensibile rispetto ai provvedimenti della Figc, qualora confermati. In questo scenario, immaginare ripercussioni rispetto alla partecipazione alle manifestazioni continentali da parte del club bianconero non appare un fuor d’opera».