Il rigore sbagliato da Jorginho contro la Svizzera sembra aver lasciato il segno. Il centrocampista del Chelsea non è certo l’unico colpevole della qualificazione fallita ma il peso che porta sulla coscienza deve essere terribile
Come si legge su “CalcioFanpage” deve raggiungere un equilibrio e sembra una battuta beffarda: lui, abituato a dare il ritmo al gioco, alle intensità delle azioni, a calamitare pallone e distribuirne, a ragionare, tessere la trama dei passaggi oppure scompaginare le geometrie con assist calibrati ora deve resettare ogni cosa. E ripartire. Lo agevola un amico speciale, si chiama Rafael Barreiros ed è un mental coach che lo accompagna nel percorso psicologico: non gli dice qual è la direzione da prendere ma lo aiuta a schiarire la mente e l’animo perché prosegua per la sua; non ha bisogno di ricorrere a pratiche particolari, sa quali sono le corde giuste da toccare perché l’animo di Jorginho torni a vibrare e a produrre musica in campo.
Lo psicoterapeuta sudamericano, che in passato ha lavorato anche com combattenti delle Arti Marziali Miste, era accanto al calciatore del Chelsea anche prima di Euro 2020, lo ha messo in trasparenza e gli ha letto dentro: “Jorginho non ha traumi o problemi psicologici – dice Barreiros -. Il mio compito è insegnargli a meditare, a lavorare meglio su se stesso così da trovare la giusta concentrazione nelle partite. Fa gli esercizi tutti i giorni. È una cosa che gli serve per imparare a gestire la pressione che ti mettono addosso quando sei in campo, sia gli avversari sia il tifo ostile. L’obiettivo è giocare sentendosi al top dal punto di vista emotivo. La cosa importante è avere stabilità emotiva nei momenti difficili – ha aggiunto Barreiros -. Ha sbagliato un rigore importante per l’Italia e di questo ne abbiamo parlato. Forse Sommer era più concentrato di lui. La cosa più importante è non arrendersi ma allenare la mente e il corpo, accettare che la sconfitta è una lezione”.