L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Joao Pedro e sulla richiesta di giocare per la Nazionale azzurra.
Joao Pedro ci pensa, l’Italia anche. La possibilità di giocare a fine marzo i playoff con la maglia della Nazionale italiana, e di giocarsi tutto per il Mondiale 2022 stuzzica il capitano e attaccante del Cagliari. Stuzzica ancora di più la moglie Alessandra, palermitana che ieri, lo avrebbe spinto a pensare seriamente a questa eventualità. Visto che le speranze che il c.t. del Brasile Tite lo convochi nella selezione verde-oro sono davvero pochissime. Perché, finora, nonostante Joao segni più di qualsiasi attaccante brasiliano nei top 5 campionati europei, nessuno nello staff della Selecao lo ha considerato.
Se giovedì sera, quando è spuntata l’idea di Joao in Nazionale, sembrava che ci fossero poche possibilità di sbrogliare la matassa, ieri si è aperto uno spiraglio, anzi si è accesa una luce. Perché il caso di Papu Gomez, ai tempi papabile azzurro, sembrerebbe differente. Quando l’argentino, ex Atalanta, nel 2007, giocò il Sudamericano Under 20, aveva già compiuto i 21 anni. Quando Joao ha vestito la maglia del Brasile al Sudamericano Under 17 in Cile, nel 2009, ovviamente non aveva quell’età. E il compimento dei 21 anni, pregiudicherebbe, per la Fifa, il cambiamento di Nazionale. Quindi per il capitano del Cagliari si aprirebbe uno spiraglio. Sta a lui decidere, insomma.
Moglie e figlio. La Figc è pronta a impegnarsi per capire se davvero ci sono le condizioni per portare il numero 10 rossoblù in maglia azzurra. E Joao, che già vede la felicità della moglie Alessandra, palermitana, e il sogno del suo primo tifoso, il piccolo André (6 anni) che potrebbe preparargli delle esultanze e delle dediche assolutamente inedite, comincia a pensarci seriamente. Ma prima deve far risultato col Sassuolo. Dalle vittorie col Cagliari passa anche il suo futuro.