Il commissario tecnico della Nazionale azzurra, Luciano Spalletti, ha parlato in conferenza stampa toccando vari temi.
Ecco alcuni estratti:
«Per Immobile c’è giunta una comunicazione dal medico della Lazio e c’è stato detto che c’era un problema di natura fisica che non sapevano se avrebbe recuperato. Siamo andati più in profondità, era possibile che non giocasse. Ho chiamato direttamente a Martusciello e a Sarri, mi hanno risposto con grande disponibilità, poi ho chiamato il calciatore e abbiamo tutti insieme contribuito alla conclusione che era meglio per il calciatore lasciarlo a riposo perché anche lui sentiva questa necessità. Credo quindi che tutti abbiamo fatto la cosa giusta ed è rimasto a casa, poi ho visto che non ha nemmeno giocato quindi c’è stata coerenza da parte di tutti. Su Kean dico che non so qual è stato il comportamento precedente a qui: per me i miei calciatori sono creature speciali e li tratto da tali, però allo stesso tempo voglio risposte speciale».
«Qui non si viene a ridacchiare dietro a ciò che si fa in campo, si viene a stare sereni e a divertirsi: però è un gioco che richiede molta serietà e professionalità. Andando a fare delle ricerche perché a volte si leggono delle cose, ho letto un libro degli All Blacks che si intitola: ‘Niente teste di cazzo’. Sarà il regalo per Natale per i calciatori. Qui si fanno le cose seriamente, non abbiamo spezi differenti. Siamo disposti a creare questo sacrificio per portare a caso la pagnotta del risultato ed è il risultato a fare la differenza. Noi dobbiamo crearci tutti i vizi corretti per portare a casa il risultato. Non c’è spazio per altre cose, ma solo una attenzione totale per portare a casa il risultato perché noi dipendiamo da quello. Poi i rapporti rimarranno, a loro deve rimanere qualcosa del tempo passato qui, però poi conta il risultato. E’ come nella vita di carestia, quando c’era difficoltà a trovare la pagnotta: uguale qui, dobbiamo trovare il risultato per arrivare al giorno dopo. Dobbiamo impegnarci in profondità e totalmente per il tempo a disposizione».
«Bonaventura? L’altra volta ho fatto fatica a non chiamarlo, è un po’ il Pellegrini della situazione. È il centrocampista più offensivo che sa stare trequartista. Ha una gestione della palla totale. Ha tiro da fuori area, gol, inserimento, ciò che ci ha fatto vedere anche ieri. L’unica cosa su cui ero titubante era l’età, ma se quelli di questa età fanno vedere queste cose bisogna portare anche lui. Federico Chiesa e Mattia Zaccagni? A sinistra abbiamo Kean, Raspadori e Zaniolo. Spero ci siano anche Chiesa e Zaccagni. I biancoceleste l’ho lasciato a casa perché ieri sera gli hanno fasciato la caviglia, potevo mica obbligarlo a venire? Lo riguardano oggi. Chiesa? Secondo la società c’è pochissimo, secondo le conferme c’è pochissimo però poi conta lui».