Italia: sciopero nazionale dei benzinai. Le date

A partire dalla serata del 14 dicembre prossimo fino a giovedì 17 scatterà uno sciopero dei benzinai su tutto il territorio nazionale, al fine di protestare contro il mancato inserimento della categoria nel Decreto Ristori tra quelle meritevoli di aiuto economico a causa della pandemia.

La serrata delle pompe è stata annunciata tramite un comunicato congiunto emanato da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio e interesserà sia la rete di distributori ordinaria sia quella presente sulle autostrade italiane.

Sciopero dei benzinai dal 14 al 17 dicembre
Nel comunicato di indizione dello sciopero si può leggere tra le altre cose che: “La decisione si è resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi Decreti Ristori”.

LEGGI ANCHE: Giappone, stop alle auto a diesel e a benzina entro il 2035
Secondo le sigle sindacali infatti: “La distribuzione carburanti è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell’attività, nell’interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci”. Stando a quanto detto dunque, non ci sarebbe motivo per privare i distributori di benzina degli aiuti economici previsti invece per molte altre categorie di lavoratori colpiti dall’emergenza sanitaria.

Distributori non presenti nel Dl Ristori
I sindacati sottolineano infatti come a partire da ciò: “Ne consegue che i gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l’attività di distribuzione a disposizione del pubblico. […] Ciò che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti”.

Una dimenticanza quella del governo che secondo le associazioni di categoria rischia di mandare sul lastrico centinaia di famiglie italiane: “Fatti che preludono all’ormai prossimo progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che da’ lavoro a quasi 100.000 persone”.