“Sull’emersione dei lavoratori in nero c’è “una condivisione di fondo. Ieri abbiamo avuto degli incontri. Riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri. C’è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito”. Lo ha detto a Radio anch’io la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.
“Gli italiani hanno dimostrato grande senso di responsabilità” in questi primi giorni di Fase 2. “Dopo settimane di chiusura si poteva pensare a qualche comportamento non proprio in linea con le prescrizioni, cosa che non c’è stata e quindi sono soddisfatta”. Lamorgese ha spiegato che “i controlli sono stati numerosi mentre le persone sanzionate sono state in un numero davvero limitato”. “Serve verificare – ha spiegato Lamorgese – aspetti specifici: l’assembramento ed il distanziamento sociale, nella consapevolezza che non devono esserci comportamenti irresponsabili e per ora non ci sono stati”.
Quella sulla regolarizzazione “non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria”. Lo ha detto a ‘Radio anch’io’ la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.
Trattative serrate nella maggioranza sulla regolarizzazione. Pd, Iv e Leu spingono per inserire la misura nel ‘decreto maggio’ che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri in settimana. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è d’accordo. Manca però l’ok dei Cinquestelle, che hanno al loro interno sensibilità diverse sul tema. Per tutta la giornata hanno cercato una ‘quadra’ in videoconferenza i quattro ministri interessati: oltre alla titolare del Viminale, Teresa Bellanova (Iv), Giuseppe Provenzano (Pd) e Nunzia Catalfo (M5s). Il confronto continua. Le posizioni sono delineate. Bellanova è quella che sta pressando di più e chiede che il provvedimento veda subito la luce per regolarizzare quelli che lei chiama 600mila “invisibili”. Sulla stessa posizione Provenzano. “C’è un tema in agricoltura – ha ricordato il ministro per il Sud – che è un’emergenza da risolvere non più procrastinabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora. La regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero non solo risponde ad un’esigenza di giustizia, ma è anche un incentivo a fare ulteriori passi di modernizzazione al settore agricolo”. Per Provenzano la misura dovrebbe riguardare anche colf e badanti, nonchè i lavoratori italiani in nero. Catalfo vuole invece ‘paletti’ che restringano la platea dei possibili beneficiari. Tra gli M5s la corrente del presidente della Camera, Roberto Fico, è favorevole alla misura, ma altri si oppongono. Lamorgese, da parte sua, da ‘tecnica’ fuori dai giochi di appartenenza partitica, guarda con favore ad un’ipotesi di regolarizzazione che non coinvolga solo i braccianti agricoli (e non sia limitata agli stranieri) e cerca una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Ci sono tutta una serie di variabili da valutare e che potrebbero determinare una forte variazione dei regolarizzati. I numeri che l’ex prefetta ha in mente sono però decisamente più bassi di quelli prospettati dalla ministra per le Politiche agricole, anche se al momento non possono esserci certezze. I 600mila rappresentano la platea di coloro che sono potenzialmente interessati dal provvedimento. Poi si vedranno le domande che ci saranno da parte dei datori di lavoro. Di certo, è forte l’allarme che arriva dalle campagne dove mancano le braccia per la raccolta. Il clima tra i ministri viene comunque definito “costruttivo” e l’obiettivo è dare una risposta in settimana alle urgenze sottolineate dal mondo agricolo. L’opposizione annuncia barricate. “Con tutte le difficoltà che abbiamo, di lavoro, di risparmio, di mutuo, il governo sta lavorando a una maxisanatoria di immigrati clandestini”, denuncia Matteo Salvini. “Vedremo di impedirlo in ogni maniera, dentro e fuori il Parlamento”, aggiunge il leader della Lega. Per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, “il governo di Conte, Renzi e Zingaretti abbandona commercianti e artigiani italiani ma vorrebbe una maxi sanatoria per 600mila stranieri clandestini. Siamo governati da irresponsabili. I renziani capofila di questa politica del caos e della resa agli sbarchi e ai campi abusivi, regno della violenza e dell’illegalità. Fermiamoli!”. Sulla stessa linea Luca De Carlo, deputato di Fratelli d’Italia, che definisce “inaccettabile” la sanatoria. Per la leader di Più Europa, Emma Bonino, la regolarizzazione “è una misura perfino tardiva e peraltro identica a quella assunta per ben due volte dai governi del centrodestra con la Lega. Tutt’altro che una misura ‘rivoluzionaria’. Oggi, a ragioni di diritto, sicurezza e legalità economica si aggiungono anche ragioni di necessità e urgenza, perché senza lavoratori stranieri, interi settori, a partire dall’agricoltura – conclude – si fermeranno”.