Italia, Mancini: «Vi dico 5 nomi che mi hanno colpito allo stage di dicembre»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Roberto Mancini, il quale ha toccato vari temi.
Ecco qualche estratto:
«Cosa si poteva fare in Qatar? Troppo facile parlare dopo. Mi ero sbilanciato, ma prima, sull’Argentina perché per Messi, il migliore degli ultimi vent’anni, chiudere la carriera senza aver vinto un Mondiale non sarebbe stato neanche giusto. Ma l’Italia, quando c’è, è pericolosa per chiunque: per questo ho sempre detto che puntavamo a vincere, e oggi dico che ce la potevamo giocare. Anche per provare a vincerlo, sì. In un Mondiale la pressione c’è sempre e questo è stato anche molto compresso: la puoi accusare, ma è una fatica più psicologica che fisica. Insegnamenti mondiali? Spero che ai giocatori abbia fatto male quanto a me vederlo in tv: credo di sì, sapevano anche loro che avrebbero fatto una bella figura. E sanno che sarà necessario prepararsi meglio per i momenti decisivi delle prossime qualificazioni. 4-3-3 in Qatar? Una gratificazione, ma giochi sempre in base ai giocatori che hai. Per questo credo che, se ci siamo tutti, il 4-3-3 sia il più adatto per noi, che abbiamo esterni bravi nell’uno contro uno, e terzini di spinta, per creare superiorità. Però, occhio: l’Argentina passava a tre in corsa e noi abbiamo anche abbondanza di centrocampisti, che danno più possesso e aggressività, oltre che giocatori in grado di coprire la fascia e attaccare bene. Quello che serve per un 3-5-2: offensivo, però. Nomi dallo stage azzurro? Cittadini, che ora ha bisogno di giocare in A, Faticanti, Fazzini e Oristanio del Volendam: a giugno era indietro, in sei mesi giocando titolare in Olanda è migliorato tanto. Ma mi hanno fatto una buona impressione tutti, anche quelli della Serie B».