L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla scelta della Nazionale di giocare a Palermo il playoff contro la Macedonia.
L’abbraccio della Favorita, la spinta del Barbera, il calore di Palermo, “capitale azzurra” del Sud, in questo momento lontana dal grande calcio e dunque pronta a precipitarsi allo stadio (capienza massima prevista al 75%: 27mila posti) a tifare Nazionale. Gravina e Mancini alla fine hanno deciso: il prossimo 24 marzo sarà quella la sede di Italia-Macedonia del Nord, semifinale dello spareggio verso il mondiale del Qatar, previsto tra dodici mesi. «Dopo un 2021 straordinario, da Palermo vogliamo iniziare una nuova fase» ha spiegato il presidente federale (ieri a Zurigo, per le celebrazioni Fifa in onore di Paolo Rossi).
SCENARI. Un solo risultato possibile: la vittoria, per poi poter affrontare in trasferta, il 29 seguente, la vincente di Portogallo-Turchia. Una scelta che offre i vantaggi appena ricordati (nei 15 precedenti, per altro, un solo ko, un pari e 13 vittorie, compresa quella per 9-1, all’Armenia, del 18 novembre 2019, ultima presenza azzurra palermitana). Certo, il rischio di giocare su un campo non all’altezza (il Palermo, che gioca in C, senza centro sportivo, si allena lì tutti i giorni), pur in un clima primaverile, è stato a lungo considerato.
Le assicurazioni del Sindaco, Orlando (che ha appena discusso col presidente del Palermo, Mirri e col presidente della Lega Pro, Ghirelli, il piano di investimenti per la ristrutturazione del Barbera, grazie ai fondi provenienti dal PNRR), sono state ripetute e evidentemente convincenti. C’è anche da dire che l’Italia, in questo caso, sarà costretta a un viaggio con un doppio volo (pur di corto raggio), facendo base in quei giorni a Coverciano. Ma Palermo ha vinto gli “spareggi” con altre possibili sedi: Roma, in primis, inizialmente indicata come sede del match. Il calendario stressato di marzo (due partite di rugby, quelle su più fronti di Roma e Lazio) alla fine è stato considerato l’handicap definitivo, rispetto a un Olimpico da 50mila e una logistica meno faticosa. Altre alternative scartate: Bologna e Bergamo (per l’incertezza climatica), lo Stadium per ragioni di opportunità politica, data l’inchiesta abbattutasi sulla Juve.