L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla risposta data da Palermo in occasione di Italia-Macedonia.
Una risposta così, Palermo, non la dava dai tempi d’oro del Palermo. I 34.129 presenti per Italia-Macedonia del Nord hanno riempito il «Barbera» come non si vedeva dagli anni di Pastore e Cavani. Da quando la capienza dell’impianto di viale del Fante è stata ridotta agli standard attuali, l’affluenza registrata per il play-off della nazionale è l’ottava di sempre. Di meglio si è visto solo negli appuntamenti che hanno segnato la storia del club rosanero: lo spareggio Champions con la Sampdoria del 2010 (35.872 spettatori, primato storico), la sfida all’Inter del «triplete» (35.753 presenti), il ritorno di Amauri con la maglia della Juventus (salutato da 35.293 presenti) e altre sfide rimaste sull’orbita dei 34 mila, proprio come il match degli azzurri di Mancini, rimasti fuori dal Mondiale per la seconda edizione di fila. Italia-Macedonia meglio di tanti derby con il Catania (ma non di quello del 2006 in A), per dirne una.
Oppure meglio della semifinale di Coppa Italia tra Palermo e Milan, dove la conta si fermò a 33.414 spettatori. Meglio anche di quasi tutta la stagione 2004/05, quella del soldout garantito al «Barbera» con 32.487 abbonati. Il calore che Palermo ha mostrato all’Italia è fuori discussione. Ma lo era già in passato, per quanto non si sia mai arrivati al tutto esaurito sugli spalti. Stavolta l’importanza del match ha avvicinato ancor di più i palermitani (e non solo) per spingere gli azzurri in una sfida decisiva. L’Italia chiamò e Palermo ha risposto presente. È sul campo che la risposta, da parte della squadra di Mancini, non è arrivata. O almeno, non è stata quella che il popolo del «Barbera» si attendeva. Sulla partecipazione dei tifosi si è già espresso il presidente federale Gravina, che ha assicurato un ritorno dell’Italia a Palermo.
Un modo anche per cercare di slegare il nome del capoluogo siciliano dalla più incredibile debacle di sempre del calcio italiano, storica tanto quanto la mancata qualificazione al Mondiale del 2018 in Russia. Sia durante la partita che all’esterno del «Barbera», Palermo ha dato prova di attaccamento al tricolore e di civiltà. A parte l’episodio dei fischi all’inno macedone da parte di un gruppo di pochi spettatori, immediatamente zittiti dal resto dei presenti che hanno applaudito all’esecuzione, la spinta del pubblico palermitano è stata esemplare. Anche nella compostezza con cui, a fine gara, ha espresso la delusione per un risultato a dir poco scioccante, mentre lo spicchio di curva sud dedicato ai tifosi ospiti festeggiava un’impresa memorabile, ad un anno dalla prima partecipazione ad un Europeo. Due facce della stessa medaglia, con Palermo sullo sfondo. Una Palermo che ha fatto il massimo per aiutare l’Italia.