Italia fuori dal Mondiale, Tavecchio: «Mi hanno dato del razzista ma avevo ragione»
Carlo Tavecchio ha parlato ai microfoni di “Radio Punto Nuovo” parlando della Nazionale esclusa dal Mondiale.
Ecco le sue parole:
«Questione giovani? Gli attaccanti italiani si contano sulle punta delle dita di una mano, se non usiamo i nostri giovani non abbiamo alternativa che chiamare Tizio, Caio, Sempronio che non sono cresciuti nei nostri vivai. Abbiamo un sacco di gente che toglie il posto agli italiani – ha dichiarato a Radio Punto Nuovo – mi diedero del razzista quando sollevai questo problema”. Tavecchio è un fiume in piena: “Il pescare nel mare magnum degli stranieri porta a questi risultati. Dimissioni? Ognuno fa quello che vuole. Dissi solo che chi doveva venire a giocare in Italia doveva avere un curriculum che dimostra che giocasse in una squadra rappresentativa del suo paese, come succede in Francia e in Inghilterra. Bisogna fare centri di formazione federale, è il primo passaggio per ottenere dei giovani che possano esprimersi a certi livelli. Bisogna potenziare questi centri e mettere dei limiti sull’utilizzo degli stranieri. Parlo ovviamente degli extracomunitari. La Lega di Serie A – ha concluso Tavecchio – si renderà conto del problema di quanto stia cadendo in basso il nostro calcio quando capiranno che non potranno più comprare giocatori a 5-6 milioni l’anno. Andiamo verso una naturale autarchia».