Italia. Ecco l’amichevole che nessuno avrebbe voluto giocare. La penitenza vale 3 milioni
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara che l’Italia giocherà martedì contro la Turchia.
Friendly match. Ecco l’amichevole che nessuno avrebbe voluto giocare, compresi il ct Mancini e gli azzurri. Sfumato il Mondiale, un vuoto difficile da sostenere. Di più: sembra una penitenza, quasi una condanna. E’ stata definita, cavalcando l’onda emotiva, la partita della vergogna. Non ci si può tirare indietro. Obbligo Fifa e questione di decoro dopo la figuraccia del Barbera. Chissà come si sentiranno gli azzurri martedì alle 20,45 entrando nell’Arena Buyuksehir di Konya, altopiano centrale dell’Anatolia, A quota 1200 metri. Soffierà un vento gelido. Entrerà nelle ossa, forse come la sensazione avvertita giovedì notte al Barbera, minuto 92, quando Trajkovski ha indovinato l’angolo giusto, sbattendoci fuori dal Mondiale per la seconda volta di fila e il mondo è crollato addosso al ct, ai giocatori e alla Federazione.
TRE MILIONI. Si gioca con la Turchia, eliminata dal Portogallo. E il pensiero ritorna ogni volta al sogno di Wembley realizzato attraverso un prologo entusiasmante allo stadio Olimpico. Tre notti magiche. La prima all’inaugurazione, travolgendo i turchi con l’autogol di Demiral (provocato da Berardi), il raddoppio di Immobile e il sigillo di Insigne. Altri tempi. Com’è lontano l’Europeo. Bisognerà farsi forza e ripartire. Il ct, senza sbilanciarsi in relazione al proprio futuro, ha invitato la squadra a reagire, ad alzare la testa. Bisognerà onorare l’impegno. E’ una questione di rispetto, di immagine, di dignità. Ci sono doveri istituzionali e non solo. Lo slot del calendario internazionale dedicato alle nazionali prevedeva l’amichevole tra le sconfitte nella semfinale degli spareggi. Per sfilarsi dall’obbligo, la Figc dovrebbe pagare una penale. Meglio concentrarsi sui ricavi televisivi. La partita con la Turchia garantirà un assegno da 3 milioni di euro. Considerando le perdite ingenti provocate dalla mancata partecipazione al Mondiale in Qatar, non è proprio il caso di rinunciare. E neppure è corretto sostenere che il Portogallo avrebbe scelto in modo diverso nel caso fosse stata eliminata dalla Turchia. Forse i lusitani avrebbero rinunciato a giocare con la Macedonia, ma non con l’Italia, perché avrebbero messo in tasca qualche milione: diritti tv adeguati a un confronto di lusso. IN
TURCHIA. Suona come una beffa. Konya si trova a 270 chilometri da Ankara e 346 da Adana, la città in cui ora gioca Mario Balotelli, attuale centravanti del Demirspor, ieri rimpianto anche dalla mamma del ct Mancini. Si è fermato allo stage di Coverciano, escluso in extremis dalla lista per gli spareggi, formata da 33 convocati. L’Italia, dopo il ko con la Macedonia del Nord, è rientrata nella notte con un volo charter all’aeroporto di Firenze Peretola e ha raggiunto il centro tecnico di Coverciano poco dopo le 3 di notte. Qualche ora prima era arrivato Manuel Locatelli, reduce dalla positività al Covid, appena superato. Mancini contava di averlo a disposizione per la finale. Vedremo cosa deciderà nelle prossime ore. Ieri sera qualsiasi decisione è stata rinviata. Un segnale: portare tutti in Turchia perché dopo la clamorosa eliminazione dal Mondiale si trasformerebbe un messaggio di compattezza e di senso di appartenenza alla Nazionale. Bisognerà aspettare ancora qualche ora. Non è detto sia così per tutti. Le riflessioni proseguiranno. I club spingeranno, come al solito, per riavere indietro i giocatori. E il ct applicherà il buon senso, la ragionevolezza di cui dispone. Rientreranno gli infortunati e nel conto sembra scontato considerare Gianluca Mancini, costretto a uscire negli ultimi minuti per un trauma alla caviglia, e Leonardo Bonucci, non ancora recuperato dalla lesione al polpaccio. Lo juventino sperava nella finale del 29, ora tornerà da Allegri senza sapere se farà in tempo per la sfida con l’Inter. Anche Simone Inzaghi, è logico, fremerà per riavere presto Barella e Bastoni, ma verrà applicata una linea comune relativa ai titolari impiegati con la Macedonia. Oggi il ct deciderà se e quali azzurri non includere nella trasferta turca.
SCAMACCA. Chiellini, invece, resterà. E in Turchia farà coppia dal primo minuto con Acerbi. E’ il capitano e non abbandona la nave. Nella notte del Barbera ci ha messo la faccia e ha subito chiarito l’idea del gruppo azzurro: tutti vorrebbero che Mancini rimanesse ad allenare la Nazionale. Alle 16 gli azzurri sono tornati in campo a Coverciano, ovviamente ad esclusione degli undici impiegati dal primo minuto con la Macedonia. Si è allenato regolarmente anche Gianluca Scamacca, escluso dai 23 per la semifinale del Barbera. Era in tribuna. Scelta tecnica, si è saputo. Poi si è parlato anche di un lieve affaticamento muscolare agli adduttori e così sarebbe rimasto fuori a scopo precauzionale. Il dubbio è rimasto. Ieri era in campo, nessun problema fisico da segnalare.