Italia, dopo il naufragio di Palermo i contratti scendono del 10%. Ranking Fifa: addio Top 10?

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla disfatta della Nazionale a Palermo e le quelle che potrebbero essere le conseguenze.

Il calcio italiano non ha ancora capito che sarà un disastro. E che l’espressione giornalistica “apocalisse”, per quanto faccia sorridere qualcuno, si adatta alla perfezione alla nuova realtà. Apocalisse sportiva, s’intende. La Nazionale che ha vinto quattro coppe, dietro soltanto al Brasile, è fuori dal Mondiale per la seconda edizione consecutiva. Sarà un impatto enorme su tutto il sistema che vive la Nazionale come un discreto fastidio, salvo salire sul carro quando “succedono” Wembley o Berlino. Non sarebbe cambiato niente, ma anche il “no” deciso dei club a prendere in considerazione l’anticipo del ritiro è un segnale.

I club e il mercato Le conseguenze? Per il momento i diritti tv del campionato sono blindati da un triennale da un miliardo, fino al 2024, ma di sicuro continuando con risultati negativi si rischierebbe l’impoverimento. Non c’è dubbio che il valore patrimoniale dei club subirà un contraccolpo: se nessuno vede in Qatar, mettiamo, Scamacca, sarà più difficile venderlo. Per la Nazionale, al momento, c’è da confrontarsi con un fatturato e con un ranking Fifa da tempi di crisi.

Valore Nazionale Tutto sommato la Nazionale non ha mai perso valore, nella buona e nella cattiva sorte. Come un matrimonio immune da tradimenti: l’azzurro piace, i tifosi amano l’Italia, gli sponsor e i diritti tv si adeguano. Cercano il made in Italy, i valori familiari, ragionano a più lunga scadenza rispetto a quelli dei club. Ora, però, è più difficile. I periodi sono sempre quadriennali. Dopo Berlino, nel 2007-10, la Nazionale valeva sui 63 milioni all’anno. Il quadriennio successivo, malgrado il Sudafrica, ha registrato un segno positivo: sui 72 milioni all’anno. Ancora avanti nel 2015-18, sui 78 milioni. Il mancato Mondiale russo minacciava il fatturato, ma il buon lavoro federale ha consentito di attutire l’apocalisse svedese: siamo arrivati a 93 milioni all’anno, grazie anche alle nuove iniziative della struttura business guidata da Giovanni Valentini e ai premi Uefa (anche se al netto delle ingenti spese). Ma ora?

Il 2023-26 Ora è più dura. La cifra del prossimo quadriennio, il 2023-26, tenderà ad aumentare perché alcuni contratti sono già stati firmati. Ma è quasi sicuro che il rinnovo di alcune partnership commerciali avrà un ribasso sul 10%. Inevitabile. Andiamo in dettaglio. Il grande aiuto viene dai diritti tv, passati da 140 a 180 milioni totali. Migliorate anche le cifre dello sponsor tecnico: l’Adidas vale circa 125 milioni complessivi (rispetto ai 90 e passa Puma). Qualcosa crescerà al botteghino, per forza di cose, dopo due anni di stadi chiusi. I premi Uefa e Fifa però scenderanno, salvo nuovi successi. Il resto del commerciale ha una previsione di crescita a 112 milioni per quattro anni. Se così fosse, la Nazionale passerebbe a circa 107 all’anno. Ma è probabile che la cifra sia più bassa. Altre iniziative La federazione sta agendo comunque su più campi, per fare in modo che l’attività possa sopperire ai risultati negativi. Sta crescendo, per esempio, il settore media production con la produzione tv delle partite delle under, con le dirette sui social (350 mila per la diretta su Instagram prima della Macedonia), con la valorizzazione del calcio femminile. Naturalmente tutto questo sforzo sarebbe inutile se i risultati negativi proseguissero con continuità. Non è neanche ipotizzabile mancare un terzo Mondiale…

Ranking Fifa La questione economico-finanziaria non è l’unica nel vortice della crisi. Poi c’è il campo. Oggi il calcio è molto più “matematico” di un tempo, Una volta si era teste di serie per albo d’oro, oggi il sorteggio di Qatar 22 sarà quasi totalmente definito dal ranking Fifa. Ogni partita vale qualcosa, anche l’amichevole. Prima di questo turno l’Italia era 6ª e, in caso di qualificazione, sarebbe stata testa di serie. Se perdiamo anche con la Turchia, e la Spagna vincerà le sue due amichevoli, nella classifica di marzo potremmo scendere al 7° posto. Ma l’orizzonte è peggio. Salteremo il Mondiale e a fine anno sicuramente non faremo punti. Dovremo cercare di recuperare in Nations a giugno e settembre, ma la prospettiva di uscire dalla Top 10 in tempi brevi è concreta. Italia e Champions Sarà un’ossessione per “classificomani”, ma il ranking guida il calcio. Dalla Nazionale alle coppe, la Champions 4X4 ha allontanato da anni le ansie da quarto posto: abbiamo sempre 4 squadre nei gruppi. Però i risultati negativi, e l’ascesa di Francia e Portogallo, sono una minaccia. Detto che nessuno sa cosa succederà nel 2024 con la nuova Champions, quale sarà la sua formula, la crisi è anche qui, dalla Nazionale ai club. Fuori dal Mondiale, fuori dalla Champions, Soltanto un caso?