Trentadue miliardi. A tanto ammontano i fondi stanziati in deficit nel decreto Sostegni, per aiutare la ripresa del paese. Di questi, circa 11 miliardi destinati alle imprese e ai professionisti maggiormente danneggiati dalle chiusure predisposte negli ultimi tre mesi. Quasi 5 miliardi andranno invece al piano vaccini. Il testo del nuovo decreto, approvato venerdì 19 marzo dal Consiglio dei ministri, prevede una suddivisione delle misure, messe in atto in base a 5 aree di intervento: sostegno alle imprese e all’economia, disposizioni in materia di lavoro, misure in materia di salute e sicurezza, aiuti agli Enti territoriali e altre disposizioni “urgenti”, dal trasporto pubblico locale alle attività didattiche. Per gli aiuti alle imprese sono previste cinque fasce di ricavi con percentuali differenziate di «sostegno» economico: dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.
Professionisti, sono in arrivo 11 miliardi a fondo perduto
Il decreto varato il 19 marzo in Consiglio dei ministri stanzia 11 miliardi di contributi a fondo perduto per le imprese, le partite Iva e i professionisti. La platea potenziale dei beneficiari è di circa 5,5 milioni di attività e il ristoro è destinato alle aziende con un fatturato fino a 10 milioni (il tetto inizialmente era di 5 milioni), che hanno subito perdite per oltre il 30% nel 2020. La base per l’indennizzo (che non può superare i 150 mila euro) verrà calcolata sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019. A questa base si applica poi una percentuale dal 20 al 60% secondo l’entità del fatturato. La ripartizione prevede 5 categorie di imprese: alle aziende con ricavi fino a 100 mila euro si applica il 60%, a quelle tra 100 e 400 mila euro il 50%, tra 400 mila e 1 milione il 40%, da 1 a 5 milioni il 30% e, infine, il 20% a quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni. L’Agenzia delle Entrate ha calcolato che il ristoro medio per le imprese che ricadono nella prima fascia (ricavi fino a 100 mila euro) sarà di 2 mila euro, per quelle della seconda fascia di 5 mila. La stima è che per 3 milioni di aziende e attività l’aiuto sarà pari a circa 3.700 euro. Rispetto ai precedenti decreti con i ristori , questa volta non sono previsti i codici Ateco.
Ristori, autocertificazione per la richiesta
Per chiedere il contributo a fondo perduto destinato alle imprese è prevista la compilazione di una autocertificazione attraverso un’apposita piattaforma gestita da Sogei, i ristori saranno comunque erogati dall’Agenzia delle Entrate che farà i controlli ex post, evitando così rallentamenti dei tempi di arrivo degli aiuti. La piattaforma Sogei sarà pronta a partire dal 30 marzo e ci saranno 60 giorni per fare domanda e presentare l’autocertificazione. I beneficiari dei ristori potranno scegliere tra bonifico e credito d’imposta. L’indennizzo minimo è 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche), mentre il tetto massimo è fissato a 150 mila euro. I primi pagamenti sono previsti tra l’8 e il 10 aprile, con l’obiettivo di erogare gli 11 miliardi, complessivamente stanziati, entro fine aprile. In totale attraverso il dl Sostegni è assicurato 1 miliardo di aiuti in più rispetto ai ristori distribuiti alle imprese nel 2020. Il decreto prevede che al contributo a fondo perduto possano accedere anche le attività e le start up nate nel 2020 e 2019. Agli autonomi è invece destinato un intervento che rifinanzia con 1,5 miliardi il fondo istituito con la manovra per la riduzione o la cancellazione dei contributi.
Alla filiera montagna 700 milioni. Agli stagionali 2.400 euro
Sul versante del settore turismo e delle attività più danneggiate dai limiti e dalle chiusure imposte negli ultimi mesi sono previsti una serie di stanziamenti. Per il comparto neve, tutte le attività cioè delle località sciistiche e di montagna, è previsto un fondo ad hoc da circa 700 milioni di euro. L’obiettivo è garantire un indennizzo a impianti di risalita, maestri di sci, attività commerciali, baite e così via. Nel decreto uno specifico capitolo di spesa di 900 milioni di euro è destinato ai lavoratori stagionali, dello spettacolo e del settore termale attraverso un’indennità una tantum per un periodo di tre mesi e complessivi 2.400 euro . I beneficiari della misura sono circa 400 mila. Uno stanziamento da 100 milioni è invece previsto per le imprese del settore fieristico, così come le aziende specializzate in eventi e che forniscono servizi di catering. Al settore viene destinata, inoltre, una parte del fondo da 200 milioni per le imprese della ristorazione nei centri storici e la ristorazione specializzata per eventi privati. In arrivo poi 400 milioni in più per le imprese della cultura: 200 milioni per spettacolo, cinema e audiovisivo, 120 milioni per spettacoli e mostre e 80 per il settore del libro e la filiera dell’editoria.
Salute e sicurezza, destinati 5 miliardi ai vaccini
Per il comparto salute e sicurezza il decreto legge Sostegni, che complessivamente vale 32 miliardi, stanzia circa 5 miliardi. Di questi 2,1 miliardi serviranno per l’acquisto di vaccini, 400 milioni per gli anticorpi monoclonali e 300 milioni per farmaci anti Covid. In tutto 2,8 miliardi che vanno ad aggiungersi ai 400 milioni già stanziati con la legge di Bilancio e ai 100 distribuiti con i provvedimenti di ottobre. Quattrocento milioni sono destinati alla gestione commissariale dell’emergenza, 200 milioni per l’avvio della produzione dei vaccini in Italia e 350 milioni per il coinvolgimento dei medici di medicina generale nella campagna vaccinale. Alla quale daranno il loro contributo anche i farmacisti. Sono previsti 50 milioni nel 2021 e 150 milioni nel 2022. Ci si potrà infatti vaccinare in farmacia, in via sperimentale e una volta che sia stata svolta una formazione specifica che verrà regolata d’intesa con i sindacati di categoria, sentito l’ordine professionale. Poi ci vorrà un decreto attuativo, da emanarsi entro tre mesi. Potranno essere coinvolti nella campagna vaccinale, «qualora sia necessario», anche gli specialisti convenzionati, i pediatri, gli odontoiatri.
Niente più incompatibilità per gli infermieri pubblici. Per accelerare la campagna vaccinale e «assicurare un servizio rapido e capillare», non si applicheranno agli infermieri del servizio sanitario nazionale, coinvolti «al di fuori dell’orario di servizio», le incompatibilità previste dalle norme sull’esclusività del rapporto di lavoro. La deroga si applica «esclusivamente per lo svolgimento dell’attività vaccinale». Ci saranno altri 51,6 milioni a disposizione per i Covid hospital. Lo prevede un articolo del decreto Sostegni, nel quale si legge: «Atteso il perdurare dell’emergenza sanitari si ritiene necessario garantire l’applicazione di questa misura fino al 31 maggio 2021, in quanto la stessa consentirebbe di evitare i possibili contagi in ambito familiare per coloro che non dispongono di immobili con caratteristiche tali da poter applicare correttamente le misure di distanziamento sociale e di isolamento domiciliare». Nella relazione illustrativa del provvedimento si insiste poi sulla «necessità di implementare e indirizzare le azioni terapeutiche e assistenziali sempre più a livello domiciliare, anche al fine di decongestionare le strutture.
Università, 78 milioni per comprare dispositivi digitali
Nel decreto il titolo dell’intervento dedicato alla scuola è «Misure per favorire l’attività didattica e per il recupero delle competenze e della socialità delle studentesse e degli studenti nell’emergenza». In tutto si tratta di 300 milioni per sostenere le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza sanitaria, sia sotto il profilo dell’acquisto di strumenti e della predisposizione di servizi per la sicurezza di studentesse, studenti e personale, sia nello sviluppo di attività volte a potenziare l’offerta formativa, il recupero della socialità, il consolidamento degli apprendimenti. I fondi saranno gestiti direttamente dal ministero dell’Istruzione. «Il governo — spiega il ministro dell’Istruzione,Patrizio Bianchi — ha riconosciuto, dentro un provvedimento che mette in campo interventi dello Stato a favore della ripresa del Paese, l’importanza strategica della scuola». I capitoli di spesa per il ministero di Viale Trastevere hanno due destinazioni. Da un lato, come ricordato dal ministro Bianchi, le risorse per il ritorno in sicurezza alle attività in presenza e, dall’altro, i fondi necessari a garantire il proseguimento e la conclusione dell’attuale anno scolastico.
Una norma del decreto prevede un sostegno anche per le università e le scuole di alta formazione. In termini di risorse l’intervento stanzia per il 2021 una dotazione aggiuntiva di 78 milioni per «l’acquisto di dispositivi digitali per gli studenti, ovvero piattaforme digitali per la ricerca o la didattica a distanza, nonché agli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico delle infrastrutture per lo svolgimento delle attività di ricerca o didattica». Un ulteriore articolo del provvedimento approvato ieri a Palazzo Chigi conferma il sostegno da 35 milioni per finanziare i progetti destinati a colmare il digital divide nelle regioni del Sud, l’obiettivo è consentire un corretto svolgimento della Dad. Le risorse sono destinate in particolare all’acquisto di «dispositivi e strumenti digitali individuali e ad assicurare una connettività di dati illimitata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia». Il meccanismo per trasferire i finanziamenti prevede che il ministero anticipi in un’unica soluzione alle istituzioni scolastiche le somme assegnate.
Blocco dei licenziamenti
Nuova proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti. Il decreto legge Sostegni prevede fino a 13 settimane di ulteriore cassa integrazione con la causale «Covid-19», utilizzabili tra il primo aprile e il 30 giugno, per le imprese che hanno la cassa ordinaria. Per le aziende più piccole, che invece hanno la cassa in deroga o il Fis, Fondo di integrazione salariale, ci sarà un massimo di altre 28 settimane nel periodo tra il primo aprile e il 31 dicembre. Alle imprese non verrà richiesto nessun contributo aggiuntivo per questi ammortizzatori, per i quali il decreto stanzia complessivamente quasi 6 miliardi di euro nel 2021. Collegata alla proroga della cassa c’è anche quella del blocco dei licenziamenti economici. E anche qui c’è un percorso differenziato. C’è una proroga breve, fino al 30 giugno, per tutte le imprese, indipendentemente dal numero dei dipendenti. E c’è una proroga lunga, fino al 31 ottobre, solo per le aziende coperte dalla cassa integrazione in deroga e dal Fis e del settore agricolo. Il divieto di licenziare non si applica in caso di «cessazione definitiva dell’attività». Resta fermo il fatto che le aziende che ricorrono alla cassa Covid-19 non possono licenziare mentre la usano.
Esonero contratti, rinnovo senza causale tutto l’anno
Il decreto Sostegni dispone un’ulteriore proroga, dal primo aprile al 31 dicembre 2021, della deroga alla stretta del «decreto dignità» sui contratti a termine. Essi, ferma restando la durata massima complessiva di 24 mesi, potranno essere rinnovati o prolungati senza la necessità di indicare la causale, per un massimo di 12 mesi e per una sola volta. Obiettivo: semplificare il prolungamento dei contratti a termine in un periodo di crisi. Il provvedimento contiene anche la proroga, fino alla fine dell’anno, del contratto a termine, che scade ad aprile, dei quasi 3 mila navigator assunti per le politiche attive del lavoro legate al Reddito di cittadinanza. Il servizio prestato dai navigator costituirà inoltre titolo preferenziale nei concorsi delle Regioni. Il decreto rifinanzia con un miliardo il Reddito di cittadinanza, con una novità: in caso di contratto a termine l’assegno non verrà perso, ma sospeso per la durata del contratto. Ci saranno tre mensilità in più del Reddito di emergenza. Fino al 31 dicembre si potrà avere la Naspi anche senza aver maturato 30 giorni di lavoro nei 12 mesi precedenti la disoccupazione. Infine, c’è un fondo di 2,5 miliardi per la decontribuzione a favore dei lavoratori autonomi, inclusi quelli del settore agricolo.
Comuni, per le mancate tasse di soggiorno 250 milioni
Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria e il conseguente calo del turismo c’è il mancato incasso da parte dei Comuni della tassa di soggiorno. L’imposta versata da turisti e ospiti delle strutture alberghiere e ricettive, che, poi, gli stessi hotel girano agli enti locali, rappresentando così una voce che concorre ai bilanci comunali. Tanto che nel decreto varato ieri è stato inserito il ristoro per le perdite di gettito subite dai bilanci dei Comuni, finanziando un fondo da 250 milioni destinato a compensare parte dei mancati introiti legati alla tassa di soggiorno. Nel capitolo destinato agli enti locali il provvedimento prevede inoltre una serie di ulteriori stanziamenti. In particolare, si tratta di risorse per un miliardo che andranno alle Regioni, altri 100 milioni sono in arrivo per le Province e le città metropolitane e 250 milioni per le Regioni a statuto speciale. All’interno delle misure a sostegno degli enti territoriali un capitolo di spesa è stato destinato al trasporto pubblico locale, settore colpito dallo smart working, dalla chiusura delle scuole e in misura minore dal brusco rallentamento dei flussi turistici (per esempio a Venezia i vaporetti del Comune registrano un forte calo di passeggeri). In totale il fondo stanzia 800 milioni.