Italia-Corea, Byron Moreno non si pente di nulla: «Una delle mie partite migliori. Voto? Mi darei 8.5»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Byron Moreno, arbitro della storica Italia-Corea.

Non si è pentito di nulla, o quasi. 20 anni dopo, l’arbitro ecuadoriano è tornato a parlare di quella sfida. Mondiali 2002, ottavi di finale, gli azzurri di Trapattoni  affrontano i padroni di casa e il direttore di gara – oggi 52 anni – è il vero protagonista, diventando in 120 minuti l’uomo più odiati dagli italiani. Una serie assurda di decisioni discutibili, alcune clamorose e scandalose, che hanno poi avvantaggiato gli asiatici, vittoriosi ai tempi supplementari dopo il vantaggio azzurro in avvio con Vieri.

Ecco le sue parole:

«Dopo tutto questo tempo ricevo ancora insulti sui social dai tifosi italiani. Non rispondo, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ho la coscienza pulita, sono tranquillo. Se guardiamo il video, il giocatore coreano punta il pallone, arriva prima e allunga la gamba. Il capitano azzurro inciampa e cade provando a simulare un fallo per il quale è stato ammonito per la seconda volta e quindi espulso. Il regolamento prevedeva il giallo per simulazione. Ho rispettato le regole, le immagini parlano chiaro. Totti non protesta, gli unici a farlo sono Vieri e Di Livio. Anche quando Trapattoni colpisce il vetro che divide la sua panchina dai dirigenti Fifa, è una reazione dovuta alla rabbia del momento”. E rivela un retroscena: “se Vieri non avesse segnato il primo gol degli azzurri avrei assegnato il rigore. Quando Bobo salta di testa, c’è un coreano che lo trattiene per la maglia».

«Il mancato rosso alla Corea per fallaccio su Zambrotta? Sun-hon Hwang falcia Zambrotta al 72’, costretto a uscire per infortunio. Quella è l’unica situazione che mi ha fatto riflettere tanto in questi anni. Tornassi indietro darei il cartellino rosso al coreano. Sono umano – chiarisce – mi assumo la responsabilità per ogni decisione giusta o sbagliata presa durante la mia carriera arbitrale. Quello di cui potete stare sicuri è che non ho mai voluto favorire o penalizzare qualcuno in campo”. Sull’offside inesistente a Tommasi, l’ex arbitro se ne lava le mani: “Quell’azione non è di mia responsabilità, ma dell’assistente argentino Jorge Ratallino. In quegli anni l’assistente dell’arbitro era l’unico responsabile per il fuorigioco. Lui ha alzato la bandierina e mi sono fidato. Era impossibile per me sapere se Tommasi fosse o meno in posizione irregolare dalla prospettiva che avevo».

«Quella gara è nella top 3 delle mie migliori prestazioni arbitrali in carriera”, ribadisce addirittura Moreno, che si dà anche un voto: “Che voto mi darei? 8.5 pieno».

Published by
Redazione Ilovepalermocalcio