Istanza di fallimento, iniziato il lavoro dei tre super periti. Ecco chi sono e le due ipotesi rimaste
“Si insediano oggi i tre esperti incaricati dal tribunale fallimentare di Palermo che dovranno rispondere al quesito sollevato dal collegio composto dal presidente Giovanni D’Antoni, dal giudice delegato Giuseppe Sidoti e dal giudice anziano Raffaella Vacca. I tre periti, il commercialista palermitano Claudio Santoro, insieme con gli altri due professionisti, uno di Bologna e l’altro di Pescara, dovranno chiarire se sussistono i requisiti di insolvenza della società sulla base degli indici di solvibilità indicati dalla procura nell’istanza di fallimento.
Il lavoro dei tre esperti non si limiterà a passare al setaccio le carte già acquisite: da una parte il corposo dossier firmato dai consulenti del Palermo, i commercialisti Nicola Ribolla, palermitano, e Corrado Ferriani, aostano, su incarico del pool difensivo guidato da Francesco Pantaleone, Francesco Paolo Di Trapani e Nicola De Renzis; dall’altra le accuse che si basano sulla consulenza di Alessandro Colaci insieme alla nota del nucleo della polizia tributaria. I tre periti della consulenza tecnica d’ufficio avranno la libertà di indagare e acquisire altri atti, passando al setaccio tutto ciò che sarà ritenuto utile alle loro indagini fino all’ultimo bilancio del club approvato a ottobre: un rendiconto che secondo quanto sostiene il Palermo è stato chiuso con un attivo di circa 4 milioni di euro e sul quale dovrà essere accertata la coerenza con quanto sequestrato dalla finanza il 7 luglio scorso. Fra i documenti sequestrati dai baschi verdi, infatti, ci sarebbe una bozza dello stesso bilancio che però porta un attivo da 36 milioni di euro. Gli indici di solvibilità che dovranno esaminare i periti sono nove: i debiti per 62,9 milioni di euro, i tre bilanci falsi ( 2014- 2015- 2016), il patrimonio netto di meno 18 milioni di euro, la previsione di perdite per 27 milioni al 30 giugno 2018, la precedente istanza di fallimento presentata dalla società FP Sports Associated BV, i pignoramenti subiti da Riscossione Sicilia e dalla Pencill Hill, l’omesso versamento Iva e il piano di ammortamento del debito erariale. Oggi sarà stilato il calendario dei lavori che impegneranno i tre professionisti per un massimo di cinquanta giorni. Non appena la perizia sarà ultimata sarà consegnata sia alla procura che al pool difensivo del Palermo: entrambe le parti avranno poi dieci giorni di tempo per vagliare le conclusioni dei tre esperti ed eventualmente produrre le controdeduzioni. Ultimata questa fase, la perizia con le eventuali note di pm e difesa tornerà nelle mani dei tre esperti che avranno altri dieci giorni di tempo per valutare le controdeduzioni e consegnare ai giudici la versione definitiva della perizia. Da quel momento in poi (non oltre settanta giorni a partire da oggi) i giudici D’Antoni, Sidoti e Vacca saranno nelle condizioni di decidere il futuro del Palermo. A quel punto gli scenari possibili saranno due: accogliere l’istanza di fallimento depositata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Francesca Dessì e Andrea Fusco, secondo cui la società ha accumulato debiti per circa 63 milioni di euro e non è in grado di autofinanziarsi; oppure respingerla accogliendo le tesi della difesa secondo cui i debiti sono solo 32 milioni di euro e tutti perfettamente ripianabili”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.