“Contagi tra giovani? A quell’età sintomi lievi, ma attenti ai focolai nelle scuole”. A parlare sulle pagine del Corriere della Sera è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Il professore spiega: “Non è una sorpresa che l’età media dei contagiati si sia abbassata fino a 40 anni. I giovani hanno una vita sociale più attiva e quindi un maggior numero di contatti col rischio che siano meno scrupolosi nelle misure di prevenzione. Però il “ringiovanimento” dell’epidemia comporta nel breve periodo un minor rischio di sovraccarico dei servizi sanitari. I giovani possono non ammalarsi o avere sintomi lievi”.