L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Infantino in merito all’esclusione dell’Italia dal Mondiale, ma non solo.
L’annuncio di Gianni Infantino è arrivato nel discorso di chiusura del congresso numero 72 della Fifa. «Nel prossimo congresso elettivo, che si terrà nei primi mesi del 2023, mi ricandiderò» ha detto il “capo” del calcio Mondiale, in carica dal 2016 e già confermato nel 2019. Se sarà eletto di nuovo (non c’è un limite al numero di mandati) arriverà fino al 2027. Per quella data magari l’Italia farà a tempo a qualificarsi per un Mondiale visto che nell’era Infantino ne ha saltati due su due.
«Mi viene da piangere se penso all’Italia esclusa – ha aggiunto in esclusiva a Rai Sport – e per gli italiani è triste. Se gli azzurri si qualificheranno nel 2026, saranno passati 12 anni dall’ultima volta… Mi ricordo le emozioni provate da bambino per i Mondiali del 1978 e del 1982, sensazioni uniche che una generazione di ragazzi italiani adesso non vivrà».
NUOVO CALENDARIO . Nella riforma del calendario internazionale post 2024, invece, spazio per i sentimenti non c’è. Il percorso, iniziato con passo molto spedito, è stato frenato dal no al Mondiale biennale di Uefa e Conmebol. «I primi 4 anni del mio mandato – ha spiegato – sono serviti per rimettere in ordine… la casa, per trasformare la Fifa da una federazione “tossica” a una di nuovo credibile e affidabile. Ora dobbiamo pensare alle competizioni per uomini, donne, ragazzi e ragazze: tutti vi devono partecipare, non possono trasformarsi in tornei riservati solo a qualcuno. Fatemi chiarire una cosa per rispondere alle speculazioni sul Mondiale ogni 2 anni: non è stata la Fifa a proporlo. Noi ci siamo limitati ad accogliere e studiare con un gruppo di lavoro guidato da Wenger una richiesta fatta a larga maggioranza (l’88%, ndr) due anni fa dal Congresso. Ovvero quella di dare più visibilità al calcio in tutto il mondo, coinvolgendo più Paesi.
I piccoli devono beneficiare della riforma, avere più possibilità di disputare grandi manifestazioni. Poi che il Mondiale sia ogni 2 o 3 anni o che rinasca una Confederations Cup allargata, lo vedremo: si tratta di un processo consultivo e di dialogo tra tutti noi. L’obiettivo è trovare un compromesso, una soluzione condivisa, la migliore possibile. Se fossimo andati adesso al voto, magari avremmo avuto la maggioranza per far passare la riforma studiata, ma è necessario dialogare ed eventualmente convincere chi non la pensa come noi. Bisogna essere aperti. Anche se il calendario è congestionato, si possono individuare soluzioni. Non abbiamo fretta di decidere: per trovare un accordo ci vorrà una settimana o un anno, ma il tempo c’è». Infantino ha ribadito anche che nascerà un nuovo Mondiale per Club, quello che doveva partire nel giugno 2021. «La formula attuale è poco coinvolgente e tutti, Uefa a parte, ci chiedono di riformarla. Potremmo giocare a fine stagione un torneo a 24 squadre o… qualcosa di simile».