Incubo Coronavirus: un giovane siciliano bloccato a Miami su una nave da crociera: «Intervenga Di Maio per tirarci fuori da qui»
“Corrieretneo.it” riporta le dichiarazioni di Riccardo Rapisarda, giovane croupier siciliano bloccato a Miami nella nave più grande del mondo, la Royal Caribbean: «Dal 15 al 28 marzo – spiega Riccardo Rapisarda – siamo stati ancorati in un’isola privata, qui a Miami. E’ successo dopo che il comandante della nave ha annunciato che c’erano a bordo due persone contagiate da Coronavirus. Siamo rimasti in 1700, durante questi giorni – senza passeggeri, senza nulla – sono stati aperti i ristoranti, i bar e le piscine riservati ai clienti. Dal 28 occupiamo le cabine dei turisti. Io sono su questa nave da giugno dello scorso anno, dovevo tornare a casa il 24 marzo e invece sono rimasto bloccato. Ho contattato il giornale di Miami, poi qualcuno ha tirato fuori la notizia secondo la quale a bordo c’erano 14 contagiati. Da quel momento non abbiamo più ricevuto alcuna notizia. Per i primi 3 giorni è anche l’acqua potabile. Poi hanno tirato fuori le bottiglie. Al momento non sappiamo nulla. Siamo costretti a restare chiusi in cabina, ci portano pranzo e cena. Li lasciano dietro la porta ma non abbiamo mascherine, guanti, né altri tipi di protezione. Come se non bastasse il 25 marzo la compagnia ha annunciato l’annullamento di tutti i contratti. In pratica siamo tutti licenziati. Agli altoparlanti hanno fatto addirittura la richiesta per trovare volontari che servissero i pasti. Ho contattato l’unità di crisi: mi hanno risposto una sola volta e poi non mi hanno risposto più. Ho scritto una mail al console per spiegare la nostra situazione. Dal Consolato mi hanno risposto che sanno benissimo la situazione di questa nave e stanno seguendo la situazione, hanno parlato con la compagnia per incrementare le misure di sicurezza. Nient’altro. Vorrei che il ministro degli Esteri facesse qualcosa per noi e per gli altri italiani dell’equipaggio a bordo della nave».