Inchiesta per infiltrazioni mafiose. Adesso la Vibonese rischia, i dettagli

Nuovo scandalo nel calcio italiano. A finire nel mirino è stavolta la Serie C. In particolare, la Dda di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott” sui clan Mancuso e Lo Bianco, ha aperto un filone di indagine anche “sull’infiltrazione del locale di ‘ndrangheta di Vibo nella società calcistica U.S. Vibonese militante nel girone C di Lega Pro. Fra i soci della squadra vi è infatti il costruttore Francesco Patania, arrestato per associazione mafiosa e posto ai vertici del clan Lo Bianco.

A sostegno della nuova indagine ci sono, fra l’altro, le dichiarazioni del collaboratore Andrea Mantella che ha indicato “i soci occulti della società, i quali avendo appreso di indagini in corso – scrive la Dda – decidevano di cedere le quote ad altri soggetti da loro stessi individuati. Tra questi i componenti della consorteria Mancuso di Limbadi decidevano di far entrare nella compagine societaria dell’attività calcistica vibonese l’imprenditore Caffo di Limbadi, che allo stato non risulta però indagato.

“Le attività investigative – scrive la Dda – dimostrano che il clan Lo Bianco ha ottenuto pure il pieno controllo del bar (totalmente abusivo) all’interno dello stadio di Vibo grazie alla concessione dalla società calcistica. Fra i gestori, Rosario Pugliese (latitante) e Orazio Lo Bianco (arrestato e destinatario di un Daspo). In tale contesto Rosario Pugliese vantava l’appoggio del presidente Giuseppe Caffo in persona a perorare la causa della riapertura del bar dinanzi al Questore di Vibo”.

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Redazione Ilovepalermocalcio