In Premier molti vorrebbero la radiazione, tutti contro il City. Pep: «Già condannati ma non me ne vado»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla vicenda relativa al Manchester City.

Pep Guardiola non si è tirato indietro. Di fronte alle domande sul “ciclone City” – il deferimento della Premier per numerose violazioni finanziarie -, il tecnico catalano ha scelto di metterci la faccia in conferenza stampa. Ed è passato all’attacco. «Il mio primo pensiero – ha detto ieri -, è che siamo già stati condannati. Siamo fortunati a vivere in un Paese meraviglioso, dove tutti sono innocenti fino a prova contraria. Ma noi non abbiamo avuto questa opportunità. Siamo già stati condannati e duramente».

E poi ha aggiunto: «Quello che è successo questa settimana è lo stesso di quello che è successo con la Uefa. Anche allora siamo stati condannati in anticipo». Il riferimento è al procedimento del febbraio 2020 quando l’Uefa squalificò il club dell’emiro di Abu Dhabi per 2 anni, impedendogli la partecipazione ai tornei europei, e una penalizzazione di 30 milioni di euro. Ma dopo 5 mesi, il 13 luglio, la Corte Arbitrale per lo Sport (Cas) di Losanna tramutò la squalifica in una multa da 10 milioni di euro, per mancanza di prove o per prescrizione di alcuni capi d’accusa.

L’arringa Quindi ha proseguito Pep: «Non so cosa succederà, ma possiamo difenderci. Se non saremo innocenti accetteremo la decisione del giudice, ma in caso contrario chi ci risarcirà di tutto questo? Non facciamo parte dell’establishment della Premier, ma capisco che possano accusarci, solo lasciateci difenderci per favore». Ovviamente non è entrato nel dettaglio delle centinaia di violazioni imputate al City dalla Premier fra il 2009 e il 2018, soprattutto sulle sponsorizzazioni, gli stipendi versati e il fair play finanziario. E ha rilanciato la sua fedeltà al City, con cui ha un contratto fino al 2025: «Io non mi muovo da qui, ve lo assicuro. Ora voglio restare più che mai. Siamo soli contro 19 squadre che non ci aiuteranno, ci difenderemo». E poi la bordata: «Andate a chiedere al Ceo (del Tottenham, ndr) Daniel Levy. Hanno creato così un precedente. Attenzione, perché in futuro tanti club possono essere accusati come noi».