Il progetto per una Superlega europea lanciato ad aprile è durato lo spazio di 48 ore. Il tempo che tifosi, UEFA e altre parti interessate insorgessero nei confronti del cosiddetto “torneo separatista” e i club – a cominciare da quelli inglesi – hanno fatto retromarcia (tranne Juventus, Real e Barcellona).
L’idea di cambiare qualcosa nel panorama calcistico attuale non è però mutata, e la Superlega attende dunque che la Corte di Giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo si pronunci sulla questione pregiudiziale posta dal tribunale di Madrid riguardo alla posizione dominante dell’UEFA nell’organizzazione degli eventi calcistici continentali.
In caso di sentenza favorevole, a quel punto i tre club ribelli che non hanno mai rinunciato al progetto, potranno rilanciarlo senza timore di essere sanzionati da Ceferin e compagni, già costretti ad annullare i procedimenti disciplinari in corso a Nyon (compresi gli accordi con i 9 club tornati sui propri passi).
Tuttavia, sottotraccia si starebbe lavorando a una versione alternativa alla Superlega, per come è stata presentata in aprile. Secondo un documento del quale è entrato in possesso il settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche, l’organizzazione lavorerà per superare le preoccupazioni dei tifosi, che per la maggior parte si sono opposti al progetto.
La nuova Superlega non avrebbe membri permanenti, ma dovrebbe essere aperta al 100%, reintroducendo dunque quel criterio di merito sportivo tanto invocato negli ultimi mesi. In assenza di altre indicazioni, si può immaginare che – come per le competizioni UEFA per club – anche in questo caso la partecipazione alla competizione sia legata ai risultati sportivi nei campionati nazionali.
Nel documento si legge: «Ecco perché ci impegniamo affinché il formato della Superlega europea proposto abolisca il concetto di “membri permanenti” e sia aperto ai club europei». Ma le novità non finirebbero qui, visto che ci sarebbero non una, ma due leghe, entrambe di 20 squadre. Alla seconda lega tutti i club potrebbero qualificarsi liberamente, anche se non è chiaro il rapporto di forza tra le due ipotetiche divisioni.
Infine, sempre per avvicinare i tifosi, questi ultimi dovrebbero ricevere sovvenzioni per viaggiare in trasferta, qualcosa di simile a quanto già visto con la prima idea di Superlega. Insomma, i club fondatori non vogliono ripetere gli errori commessi al primo tentativo ed hanno capito che portare dalla propria parte il pubblico potrebbe essere una mossa importante.
«Vediamo l’interesse degli altri club a lavorare con noi non appena la Corte di Giustizia dell’Unione europea avrà chiarito le basi legali», afferma la Superlega, lasciando trapelare che dietro le quinte molte più società di quelle note hanno manifestato interesse per il progetto.