Il Toro cala subito il tris: Palermo travolto

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul la sconfitta del Palermo contro il Torino.

Come tutte le squadre nel mezzo dell’estate, anche il Torino si sta cercando: ma la vittoria è giusta e facilita i lavori, rende più sicura una squadra che cambierà alcune facce, ma non il sistema di gioco, i meccanismi di Ivan Juric. La qualificazione in Coppa è una corsa paziente verso il prossimo turno in cui ci sarà il Cittadella. Viene meritata nella ripresa, quando il Toro capisce di insistere sul suo lato migliore, il sinistro. Il 3-0 trasforma in protagonisti Radonjic e Lukic, entrambi in gol: fa sgorgare gli applausi.

La coppia Anche nell’epoca dei video che gonfiano qualsiasi giocata e delle statistiche al dettaglio, le prime partite servono per scoprire con i propri occhi i nuovi arrivati. Il giudizio che i tifosi possono dedurre su Nemanja Radonjic, unica faccia diversa fra i titolari rispetto a maggio, è molto più che incoraggiante. Il serbo è il trequartista di sinistra, rispetto a Seck tende più, secondo caratteristiche, ad allargarsi sulla fascia. Non viene sollecitato troppo all’inizio, la conoscenza con il resto del gruppo è ancora da affinare, poi piazza tre fiammate che fino all’intervallo diventano i pericoli più marcati del Toro. Ma è soltanto l’inizio, perché nella ripresa non lo fermano più. Radonjic è rapido con la palla al piede, ha il cambio di passo che mette in difficoltà Buttaro e riesce a saltare sempre il primo ostacolo.

Prima sembra mancargli l’ultimo colpo che stende il portiere, però offre sempre imprevedibilità al sistema di Juric. E quando fa centro, ancora dopo duetto con Lukic, la prima rete viene annullata via Var per fuorigioco di Sanabria, ma la seconda no. Lui si vendica sull’arbitro con un gesto polemico e viene ammonito. Lukic in mezzo è anche il nuovo definitivo capitano, oltre che colui che si prende più responsabilità, anche con qualche errore iniziale. Per spezzare le sicurezze altrui, il dieci di casa si porta anche più avanti con il passare dei minuti, in zona trequarti può fare valere il suo tocco delicato. E il senso della partita comincia a cambiare. L’1-0 del capitano arriva a inizio ripresa proprio sfruttando quello spazio e l’ennesima entrata di Radonjic.

I motivi Il Torino della nuova stagione è ancora in costruzione, mancano almeno un difensore centrale, un centrocampista, e un paio di pedine avanzate. Ma in un’estate, tra l’altro corta, non si smontano le priorità tattiche dell’allenatore croato, i duelli a tutto campo, l’aggressione imprescindibile con sei uomini che impediscono la partenza dal basso, e il Palermo spesso usa il portiere Pigliacelli come quarter back per pescare Brunori e Soleri. Nella prima mezzora gli ospiti riescono a togliere aria, con il 4-2-3-1 e chiusure a uomo su Lukic e Ricci, poi dopo l’intervallo il Toro si scrolla di dosso gli avversari, è più fluido e piacevole.