Il tifoso del Palermo “Re delle imbucate”: «Poca sicurezza negli stadi, vi racconto quando con Aronica e Cavani…»

Il “Re delle imbucate”, Gaspare Galasso, messinese di nascita e palermitano d’adozione (vive a Palermo), intervistato dal sito del noto giornalista Gianluca Di Marzio, ha raccontato le sue “imbucate” e le sue paure sulla poca sicurezza negli stadi: «Se avessi avuto una bomba? Se fossi stato un terrorista? Se avessi avuto cattive intenzioni? Bisogna intensificare la sicurezza negli stadi e stare più attenti. Ora che sono cresciuto, ci penso».  Tifoso sfegatato del Palermo il giovane rammenta tutti i suoi calciatori rosanero preferiti: «Cavani, Pastore, Miccoli, Hernandez, Liverani, Nocerino, Bovo, Kjaer, Balzaretti, Cassani, Sirigu. Prima di andarsene a Torino, Dybala mi ha regalato il suo completino rosanero. Il migliore in assoluto è però Munoz, ora a Genova. Ogni volta che torna a Palermo ci troviamo sempre, giochiamo in spiaggia. Perché ho fatto lo stesso tatuaggio di Hamsik? È il logo della Coppa Italia vinta dal Napoli. Vestito con la divisa dei partenopei, ho avuto accesso al secondo tornello per poi entrare nel palco d’onore, riservato ai giocatori. Dopo aver scambiato qualche parola con Alessandro Siani sono sceso giù, dalla tribuna al campo. E mi sono messo in panchina con i giocatori del Napoli: loro non si sono accorti di nulla poiché completamente in estasi dalla gioia. Io e Aronica abbiamo scherzato un po’ su Quagliarella, allora un giocatore della Juve. Poi ho fatto la foto con Cavani in campo. Ho bevuto, mangiato, festeggiato con loro in spogliatoio». E non è finita qui, Gaspare è anche riuscito ad entrare senza biglietto all’Emirates Stadium: «È bastato atteggiarsi. Dicevo ‘ma come non mi fai entrare…’ e loro chiedevano scusa. In quell’occasione con il mio amico Antonino siamo entrati nella zona vip e abbiamo chiesto gli accrediti in un inglese maccheronico. Non si sono accorti di nulla, anzi mentre stavamo mangiando pensavo ci avessero scoperti, invece una cameriera mi aveva chiamato per offrirmi dei dolci. Poi siamo andati negli spogliatoi, ho chiesto la maglia ad Insigne ed Arteta mi ha dato il cinque. Penso che entrare allo stadio sia troppo facile, la sicurezza andrebbe rivista perché un Gaspare Galasso può capitare ovunque».