Il Sole 24 Ore: “L’Opa sul calcio italiano. In Serie A e B un terzo dei club è in mani Usa. Dopo la finale, Palermo in mano agli sceicchi?”
L’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore” si sofferma sugli investimenti sul calcio italiano da parte di imprenditori esteri e non. In particolar modo il quotidiano che si occupa di finanza si focalizza anche sul Palermo in attesa di novità sulla cessione al City Group.
Dopo l’acquisto del Milan da parte del fondo Usa RedBird di Jerry Cardinale, con il fondo Elliott che resterà socio di minoranza, il contingente delle proprietà straniere nel calcio italiano si consolida. Seguendo un modello che ha preso piede in tutta Europa, peraltro, la diffusione di proprietari provenienti dall’estero non riguarda solo il massimo campionato. Tra Serie A e B, infatti, il 35% delle società non è più in mani italiane.
E la percentuale potrebbe salire ancora, in base a come finirà lo spareggio per assegnare l’ultimo posto in Serie B. A contenderselo sono il Padova, che è entrato nell’orbita della J4A Holdings di Joseph Marie Oughourlian, imprenditore e dirigente sportivo francese, e il Palermo. Ai rosanero peraltro è da tempo interessato il Football City Group, il network di Abu Dhabi che capo allo sceicco Mansuor e che ha nel Manchester City il gioiello della corona. Una trattativa che potrebbe sbloccarsi dopo la fine dello spareggio. Attualmente i club italiani con proprietà straniere sono 14, equamente divisi tra Serie A e B, e quasi tutti sono di proprietà americane.
Detto del Milan, già inglobato nel fondo Elliott nel 2018 per una valutazione di poco superiore ai 500 milioni e ora passato di mano per 1, 2 miliardi, le altre acquisizioni sono più recenti. La Fiorentina è stata rilevata nel giugno 2020 da Rocco Commisso, titolare di Mediacom Communications, quinto operatore Usa di tv via cavo che nei primi 24 mesi dell’avventura fiorentina Commisso ha investito oltre 350 milioni. Nell’agosto 2020, è invece arrivato a Roma Dan Friedkin, che ha messo fine al regno di un altro imprenditore statunitense, James Pallotta, cominciato nel 2012 un anno dopo l’acquisizione della Roma da parte di una cordata Usa guidata da Thomas Di Benedetto.
In meno di due anni la famiglia Friedkin, che aveva già sborsato circa 200 milioni di euro per il pacchetto di maggioranza (87%) è stata costretta a iniettare liquidità per oltre 350 milioni per far fronte alle costanti esigenze di cassa. A febbraio 2021 lo Spezia è stato venduto per circa 25 milioni di euro al[1] investitore statunitense Robert Platek. Nel febbraio 2022, l’Atalanta ha annunciato una partnership tra la Famiglia Percassi e un gruppo di investitori Usa capitanati da Stephen Pagliuca, co-owner dei Boston Celtics, oltre che co-chairman del fondo di investimento Bain Capital . I nuovi investitori, tra cui c’è anche Arctos Sports Partners, hanno rilevato una quota del 55% della Dea Srl.
Altri imprenditori. Usa tenteranno nella prossima stagione l’assalto al massimo campionato, ripartendo dalla cadetteria. È il caso del Venezia e del Genoa appena retrocessi. Il club lagunare dal gennaio 2020 appartiene a Duncan Leigh Niederauer, ex ceo della Borsa di New York, che ha comprato la società da un altro americano, Joe Tacopina che l’aveva rilevata nel 2015 fra i Dilettanti. Tacopina dal canto suo si è accasato a Ferrara perfezionando nel febbraio 2022 l’acquisto della Spal. Nel settembre del 2021, il gruppo finanziario statunitense 777 Partners ha acquistato da Enrico Preziosi il 100% del Genoa con una valutazione di circa 150 milioni. La holding 777 Partners che ha nei finanzieri Steven Pasko e Josh Wander i punti di riferimento, e sta investendo in una piattaforma trasversale di club in giro per il mondo, di recente ha avviato una disputa legale sul bilancio con Preziosi che era rimasto nel cda dopo la cessione.
A Parma, il Krause Group si è insediato a settembre 2020, patendo subito l’onta della retrocessione in Serie B. Kyle Krause, tuttavia, non ha lesinato l’impegno finanziario versando, in poco meno di un anno e mezzo, circa 175 milioni nelle casse del club ducale. Può reputarsi una proprietà Usa, anche quella dell’italo-canadese Joe Saputo a Bologna. La famiglia Saputo, titolare di una delle maggiori industrie casearie del nord America, in questi anni, ha sostenuto la società bolognese acquisita nel 2014 con investimenti per oltre 200 milioni.