Attraverso il proprio sito online, “Il Sole 24 ore” prova a spiegare l’ingarbugliata rete di società che hanno “intrappolato” il Palermo dopo la cessione del club. Ecco quanto si legge:
“Proprio la presenza di una società quotata avrebbe richiesto una certa trasparenza nel far venire fuori l’insieme di legami. Eppure dalle comunicazioni effettuate, manca un tassello. Tutte queste società sono menzionate, quel che non viene fuori è l’entità in possesso delle obbligazioni di cui sarebbe composto il capitale di Sport Capital Group Holdings. L’unica cosa a cui si fa riferimento è la presenza tra gli azionisti di Dominic White, a sua volta presidente di Eight Capital, che è l’unica società ad aver immesso capitali (neanche 150 mila euro) all’interno della compagnia quotata in Borsa. È lui a controllare queste “Loan Notes” (cedole di prestito) tramite una società veicolo non ben identificata. Scavando tra le società in cui lui risulta essere dirigente e azionista di rilievo (ma non di maggioranza (stando a quanto comunicato in NEX), il cerchio si restringerebbe ad un solo nome: Windustries Ltd. È direttore della compagnia, detiene il 31% tramite la partecipata Iwolf e tra gli azionisti c’è il primo nome citato in questo elenco, ovvero Roberto Colapinto di Abalone. Un nome che ritorna anche tramite i vari sottocomparti del fondo maltese, che detengono le quote di maggioranza di Eight Capital e hanno già fatto altre operazioni di questo tipo con Financial Innovations, la società degli advisor Emanuele Facile e Maurizio Belli, gli uomini incaricati da Zamparini di mettere in piedi questa ragnatela.
L’azionista di maggioranza di Windustries è Finequity, società che fa riferimento a due nomi italiani con base in Svizzera: Ornella Freddi e Giuseppe Volpi. La prima opera in terra elvetica tramite Daleth Consulting SA, il secondo invece è nel board di A.C. Holding Investments. Entrambe le società sono note alle cronache giudiziarie italiane per le vicende che hanno visto coinvolto Corrado Coen, affarista milanese che nell’ultimo anno è stato condannato due volte in primo grado per i fallimenti di Moviemax e Norman 95: sei anni per la prima vicenda, cinque e mezzo per la seconda. In più è già stato arrestato nel novembre 2014, sempre per il dissesto di Moviemax, e negli scorsi mesi per il crac della società immobiliare Hi Real. Le accuse a suo carico vanno dalla bancarotta fraudolenta all’aggiotaggio e alle false fatturazioni. Per la Figc, le cui norme prevedono requisiti di onorabilità per chi detiene più del 10% di una società professionistica, non sarà certo una bella notizia. Anche perché Windustries, detenendo le cedole di prestito, ha diritto ad un earn-out in caso di promozione del Palermo in Serie A. Soldi veri, in quel caso, ma la situazione societaria sta mettendo a repentaglio l’obiettivo”.