L’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore” analizza le società che quest’anno sono state cancellate dal calcio professionistico, società come Foggia e Palermo. Il quotidiano inoltre, scrive della nuova norma della Figc chiamata “Black-List” che prevede di eliminare dal calcio quei dirigenti con precedenti in ambito di fallimenti. Una norma che se applicata per tempo avrebbe potuto salvare il Palermo. Ecco nel dettaglio quanto scrive il quotidiano:
“La roulette russa delle iscrizioni, quest’anno, ha fatto saltare sei teste, proprio come un anno fa. Palermo e Foggia sono fuori dal calcio professionistico dopo aver disputato la passata stagione in Serie B, mentre l’Arzachena non ha ottenuto il via libera per ripresentarsi ai nastri di partenza della Serie C. Sempre dalla Lega Pro arrivano altre tre rinunce: Albissola (senza stadio), Lucchese (fallimento) e Siracusa (forfait) non hanno nemmeno presentato una domanda per la licenza. La «black list» Tra le novità federali c’è anche la black list per soci e amministratori di società escluse dal campionato di competenza o a cui sia stata revocata l’affiliazione. La normativa approvata lo scorso aprile riguarderà anche i dirigenti con poteri di rappresentanza in ambito federale, che non potranno più operare nel mondo del calcio. Una misura che, se adoperata negli anni passati, avrebbe probabilmente evitato al Palermo questa fine. Perché se da un lato è vero che la proprietà (Arkus Network, rappresentata da Salvatore Tuttolomondo) non ha precedenti in ambito calcistico, il direttore generale Lucchesi vanta invece un curriculum di esperienze fallimentari destinato a concludersi con la sua avventura siciliana. Il dirigente toscano, prima di sbarcare a Palermo, nel corso degli ultimi tre anni è stato presente in operazioni rivelatesi ben presto infruttuose: a Pisa aprì le porte a Petroni che portò la società sull’orlo del crac (salvata dall’intervento di Giuseppe Corrado), a Latina non riuscì ad evitare il fallimento della società retrocessa sul campo in C e alla Lucchese dovette mollare la presa insieme a Grassini prima ancora di riuscire a iscrivere il club, con un primo parere negativo della Covisoc e una documentazione sanata solo dalla vecchia proprietà, tornata in controllo delle quote. […]”.