Il Sole 24 Ore: “Calcio in Europa, un club esclusivo che vale 37 miliardi”

L’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore” si sofferma sul calcio in Europa e un club dal valore di 37 miliardi di euro.

La Superlega che il presidente della Uefa, Alexander Ceferin, continua a ritenere «finita» e frutto di un’idea da «terrapiattisti» – queste le parole usate anche ieri in un’intervista a Sky – in realtà è da tempo al vertice dell’industria calcistica europea. Quindici club, i 12 promotori del progetto che attende una decisione della Corte di Giustizia Ue, più i tre club che avrebbero dovuto entrare nella lista, ma che alla fine hanno scelto di restare dentro il confine Uefa, che da tempo dominano le classifiche di fatturato, quelle sportive e quelle di valore.

Quest’ultima certificata dall’edizione 2022 di Football Benchmark che vede ancora in vetta il Real Madrid di Florentino Perez che supera per la prima volta quota 3 miliardi di euro di enterprise value, sia pure tallonato in vetta da Manchester United e Barcellona (con 2,8 miliardi di valore ciascuno). I Blancos sfideranno sabato prossimo il Liverpool nell’atto conclusivo della Champions League a Parigi (dove la finale è stata trasferita da San Pietroburgo, dopo l’invasione dell’Ucraina), e se dovessero conquistare per l’ennesima volta il trofeo potrebbero consolidare il loro primato. Il club inglese che con 2,5 miliardi di valutazione è quinto potrebbe invece continuare la propria ascesa.

Anche perché i Reds avranno in campo una rosa il cui valore sfiora il miliardo di euro, una cifra superiore a quella stimata per l’organico degli spagnoli. In ogni caso, l’esistenza di un oligopolio al vertice della piramide calcistica europea è sottolineata dalla stessa analisi condotta da Football Benchmark, laddove rileva come «nelle ultime 10 stagioni, quasi tutti i finalisti della Champions erano club stabilmente presenti nella top 10 della graduatoria annuale dell’enterprise value». Un affare sempre più riservato a pochi competitors, quindi. La notizia positiva del Football Benchmark 2022 è che dopo la contrazione del valore dei club d’élite causata dalla pandemia di coronavirus (con un calo complessivo del 15% registrato nel 2021), la valutazione è tornata a correre anno su anno del 10%, quasi lo stesso tasso di crescita medio degli anni precedenti, confermando la natura anticiclica della Football Industry.

Nel 2022 il «valore d’impresa» dei più preziosi club del Vecchio Continente – considerando una serie di fattori come il patrimonio, l’indebitamento, i ricavi operativi, senza player trading, esaminati alla luce di un algoritmo che pondera redditività, popolarità sui social media, potenziale sportivo misurato con il valore di mercato della rosa, diritti tv e proprietà dello stadio – arriva complessivamente a 37 miliardi di euro. «I risultati finanziari dell’anno risentono ancora degli impatti negativi del Covid-19, ma negli ultimi mesi ci sono solidi segnali su un ritorno alla normalità, in particolare con il pubblico negli stadi e con la continua forte domanda da parte di sponsor e investitori. Gli investitori – chiarisce Andrea Sartori, fondatore e Ceo di Football Benchmark – guardano avanti, contemplano il futuro, piuttosto che soffermarsi sul passato. L’atteggiamento positivo nel mercato è evidente così nella recente transa[1]zione relativa all’Atalanta e nelle potenziali cessioni in corso di grandi club come Chelsea o Milan».

Il report conferma poi la straordinaria forza della Premier League. Se è vero, infatti, che tra i 32 top club europei censiti nell’analisi, ben 28 appartengono ai cosiddetti Big 5 (Premier, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1) con un valore record pari al 96% di quello complessivo, è il campionato inglese a farla da padrone, con 10 club rappresentati che hanno il più alto valore d’impresa medio (oltre 1,5 miliardi di euro) e assorbono il 42% dell’enterprise value globale. I club italiani in graduatoria sono sette, ma hanno un valore medio pari a circa la metà degli altri Big 5 club. La Juventus con un valore d’impresa di 1,5 miliardi è decima. L’Inter sfiora il miliardo, mentre il Milan per ora rincorre con 578 milioni. Il club rossonero, fresco vincitore dello scudetto, però è quello che in assoluto ha realizzato la performance annuale migliore (+35%), grazie alla crescita dei ricavi e al miglioramento della redditività, seguito da Villarreal (+27%) e Atalanta (+25%), mentre hanno chiuso in negativo Lione, Napoli, Everton, Porto, Benfica e Barcellona, che a pessimi risultati sportivi ha aggiunto una disastrosa condizione economica e finanziaria.