Il Secolo: “Serie B. Il torneo degli ingaggi. La classifica”

L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” si sofferma sul campionato di B e pubblica una classifica relativa agli ingaggi.

C’è una classifica in Serie B nella quale la Sampdoria è nettamente prima, quella del monte ingaggi. La cifra esatta è 27.410.377 euro lordi, e si tratta solamente dei costi fissi. Comprende tutti i tesserati: calciatori inclusi quelli delle giovanili con contratto, staff tecnici e dirigenti. A questa cifra bisogna poi aggiungere i vari bonus inseriti nei contratti individuali, che dovrebbero ammontare a circa altre 3 milioni. Alle spalle dei blucerchiati c’è il Parma, altro club primo in classifica ma in questo caso di quella reale con 16 punti in più rispetto alla Samp, tuttavia staccato di circa 4 milioni di ingaggi: la squadra costa ai Krause 23.175.510 di parti fisse e verosimilmente almeno 3 milioni di variabili.

Al terzo posto delle rose più costose, il Como dei ricchi fratelli indonesiani Hartono, con 22.491.798. Nei giorni scorsi la Lega di Serie B ha comunicato che l’ammontare degli emolumenti del campionato è calato dell’8% rispetto alla scorsa stagione. Sulla flessione non hanno però certamente influito le tre retrocesse (Genoa, Cagliari e Venezia due campionati fa, Sampdoria, Cremonese e Spezia lo scorso), che complessivamente continuano a pesare per una settantina di milioni. Sempre limitatamente alla parti fisse degli stipendi, il Genoa 2022/2023 è costato 30.943.955. Tre milioni e mezzo in più della Sampdoria attuale. Manfredi e Radrizzani hanno ereditato il corposo monte ingaggi. Non a caso uno degli obiettivi primari dello scorso mercato estivo di Matteo Manfredi e Andrea Radrizzani era quello di realizzare una ventina di milioni di plusvalenze e di ridimensionare il costo della squadra, attraverso cessioni, definitive (collegate quindi alle plusvalenze) o temporanee, o anche spalmando i contratti.

Da lì le cessioni dei vari Falcone, Audero, Gabbiadini, Bereszynski, Colley… le rescissioni con Djuricic e Murillo… obiettivo centrato solo parzialmente, e questo è uno dei fattori che sta incidendo, in negativo, sulla attuale situazione finanziaria del club blucerchiato. Una rosa costosa in ogni caso non assicura la Serie A. Le tre promosse dello scorso campionato avevano rispettivamente il 1° (Genoa), il 4° (Cagliari) e l’11° (Frosinone, primo in classifica) monte ingaggi. È retrocesso in Serie C il Benevento, che aveva il 5°. E non assicura nemmeno di vincere le singole partite. Proprio domenica scorsa l’esempio più lampante: il Lecco, penultimo nella classifica del monte ingaggi con 4.733.771, ha battuto 3-2 il Parma, che appunto costa oltre 20 milioni in più: «Il monte ingaggi in campo si vede, ma il risultato non è quello che si vede lì. Parte tutto dai calciatori, che si giochi contro l’ultima o la prima la mentalità dev’essere la stessa. Serve coraggio per battere tutte le squadre», il commento a fine partita di Emiliano Bonazzoli, tecnico del club lombardo.