L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” si sofferma sul Genoa e i debiti ereditati dalla precedente società.
Sono giorni di attesa in casa Genoa. Dopo aver presentato il 2 novembre scorso la richiesta di omologa al Tribunale di Genova dell’accordo per la ristrutturazione del debito (ex artt. 57, 60 e 63 Ccii), c’è da attendere il via libera definitivo che non dovrebbe arrivare prima del 2 dicembre. Questo perché la normativa consente ai creditori la possibilità di fare opposizione entro 30 giorni dalla data di presentazione della richiesta di omologa. Ipotesi che, in questo caso, sembra puramente teorica visto che il creditore del Genoa è solo il Fisco con il quale la società rossoblù ha già trovato l’accordo che il Tribunale deve ratificare.
Per il club rossoblù si tratta di un’operazione importante perché, in caso di via libera, si andrebbe ad abbattere una parte consistente del debito che i 777 Partners hanno ereditato dalla gestione precedente. Degli oltre 277 milioni di euro di debiti complessivi del club («l’indebitamento complessivo in linea capitale e interessi ammonta a 277.244.166» al 30 giugno), sono quasi 111 milioni quelli oggetto dell’accordo trovato con l’Agenzia delle Entrateche prevede il pagamento del 35% (37.235.121) di quanto dovuto. Qualora l’omologa dovesse ricevere il via libera, il debito scenderebbe a poco più di 200 milioni di euro (203.697.818) e verrebbe liberato dalla zavorra con il Fisco. Cifra nella quale, consultando il bilancio, rientrano anche debiti pregressi a medio termine (ad esempio al 31 dicembre scorso 56 milioni con banche e altri finanziatori da ripagare entro i 5 anni) per cui, nell’immediato, non sarebbe necessario immettere capitali.
E poi, fattore questo tipico di tutte le società di calcio, c’è il patrimonio rappresentato dal parco giocatori che può contribuire nelle prossime sessioni di mercato alla riduzione del debito. Giocatori come Radu Dragusin e Albert Gudmundsson, volendo fare due esempi, sono stati pagati complessivamente circa 7 milioni ma ora hanno una valutazione decisamente più alta che, per alcuni operatori di mercato, può raggiungere complessivamente anche i 60 milioni di euro. La ristrutturazione del debito chiesta e firmata con l’Agenzia delle Entrate fa parte di una serie di operazioni messe in campo dal management per rendere il club sostenibile (il pareggio tra costi e ricavi non sarebbe lontano).
Priorità ribadita solo qualche giorno fa dall’ad rossoblù, Andres Blazquez: «Poco a poco metteremo a posto società e club per portare il Genoa dove deve stare». Un accordo, quello trovato con il Fisco, che garantisce uno sconto significativo delle tasse pregresse e che si basa su di un “Piano economico” in cui la società mette in conto per i prossimi anni l’aumento dei ricavi per diritti tv, sponsorizzazioni, plusvalenze derivanti dalla compravendita dei calciatori e incassi da ticketing e merchandising. Contemporaneamente, è prevista anche una più ampia riduzione del costo del lavoro, strategia che il Genoa ha già messo in atto dall’arrivo dei 777. Contestualmente, insieme al pagamento della restante parte del debito fiscale attraverso una rateizzazione in dieci anni (una parte di pagamenti è stata effettuata il 7 luglio), l’Agenzia delle Entrate ha chiesto e ottenuto da parte della società diverse garanzie.
Tra queste, il sostegno finanziario da 777 Genoa Cfc Holdings Spa, socio di maggioranza del Genoa, con un contributo finanziario pari a 57 milioni di cui 30 sono stati già versati. A garanzia dei pagamenti previsti, inoltre, l’accordo prevede di dare in pegno il marchio e i diritti d’archivio più una lettera di patronage della società capogruppo 777 Italy Sports Holding in cui la stessa si impegna a rispettare quanto previsto dall’intesa. Si tratta, in sostanza, di un ulteriore atto attraverso il quale il club si impegna a rispettare l’accordo preso con il fisco italiano. Se, come altamente probabile, nessuno si opporrà alla richiesta di omologa presentata dal club rossoblù, quello del Tribunale di Genova sarà un controllo formale di tutta la documentazione presentata e verificata dall’Agenzia delle Entrate prima della firma dell’accordo del 31 ottobre. Questo potrebbe portare a un’accelerazione dell’iter con il via libera da parte del Tribunale che potrebbe arrivare entro la fine dell’anno, così come si augura la società rossoblù.