Il retroscena: ora il governo valuta il pass solo per vaccinati e guariti
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su un retroscena che riguarda il Green Pass con il governo che pensa di attuarlo sono ai vaccinati e i guariti, escludendo i tamponi.
È il fattore Merkel, il giro di vite contro i no-vax che si sta consumando in Germania. Impone al governo di Mario Draghi di muoversi. Anche se l’Italia è il Paese occidentale con le regole più rigide e il premier continua a predicare cautela per non agire sull’onda dell’emotività. In poche ore si consuma una piccola svolta nel cuore dell’esecutivo. Il primo passo sarà quello di anticipare al 22 novembre l’apertura della campagna per la terza dose degli over 40, prevista finora per il primo dicembre. Lunedì prossimo, poi, l’esecutivo convocherà le Regioni. E a questo punto è probabile che dia seguito alla richiesta dei governatori: divieto per i no-vax di accedere in ristoranti, bar, cinema. Per entrare non basterà un tampone, ma essere vaccinati o guariti dal Covid. La regola dovrebbe valere per la zona arancione, in modo da evitare la chiusura delle attività.
Il premier, a dire il vero, non è ancora convinto che si tratti della strada Draghi ancora cauto, ma lunedì ci sarà l’incontro con le Regioni che spingono sul modello Merkel Salvini contrario: “Il tampone è sicuro” giusta. Ma il “fattore Merkel” pesa. I numeri, d’altra parte, peggiorano. Salgono contagi, terapie intensive e ricoveri ordinari. Sia chiaro, la situazione è ancora sotto controllo. Ma è evidente che diverse Regioni a partire da quelle del Nord Est – si preparano a entrare in zona gialla. È una prospettiva che terrorizza i governatori. Anche quelli leghisti, nonostante debbano fare i conti con le resistenze vaccinali di Matteo Salvini («bisogna evitare le chiusure per tutti – dice – è più sicuro un non vaccinato che ha il tampone negativo, che un iper vaccinato senza tampone»). Ora però non si può più scherzare. Gli esercenti temono nuove serrate. E nel governo si fa spazio la linea dura. Il primo a chiederla è stato Enrico Letta. Con lui, Forza Italia. «Se c’è il rischio di chiudere – ha detto Maria Stella Gelmini alle Regioni, sostenendole – è giusto tutelare chi ha un’attività e si è vaccinato». È l’idea di Dario Franceschini: «Differenziamo fra chi ha il Green pass perché vaccinato e chi non lo è. Qualche provvedimento urgente dobbiamo prenderlo».
Non sarà facile per Draghi ignorare queste richieste. Il premier , come detto, preferirebbe evitare. Pensa sia difficile distinguere tra immunizzati e no-vax, teme tensioni nel Paese. Eppure, inizia a diventare chiaro che la soluzione “tedesca” avrebbe anche il valore simbolico di difendere la ripresa e non costringere le attività a bloccarsi ancora: «Un Green Pass rafforzato – conferma Renato Brunetta deve colpire soprattutto i non vaccinati. Gli irriducibili che devono essere reclusi ed esclusi dalla vita collettiva e dall’economia. Mi impegno ha sostenere questo in Cdm. Lo farò anche pensando alla mia vigna e al mio vino». Varrebbe, come detto, a partire dalla zona arancione. Addirittura, c’è anche chi pensa che potrebbe essere obbligatorio in ogni caso, dunque pure in zona bianca.