L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Andrea Accardi, difensore del Palermo. D come Serie D, ma anche come derby. Quello con l’Acireale lo sentite particolarmente? «Sinceramente no, è una partita come le altre. Una partita da tre punti e a noi deve interessare solo questo. Semmai fino a qualche tempo fa sembrava potesse essere uno scontro al vertice». Quando eravate appaiate lì in vetta, da Acireale arrivavano delle frecciate... «Dobbiamo lasciare parlare gli altri e fare parlare il campo per noi. Ci sta che tutti vogliano batterci. Siamo il Palermo, la squadra più blasonata del girone, se non di tutta la Serie D». Ma il derby, per lei, significa anche un Palermo-Catania vissuto da raccattapalle: cosa ricorda di quell’esultanza con Pastore? «Una gioia enorme, è stato un momento incredibile. Ricordo che l’allora segretario del settore giovanile mi rimproverò dopo la partita, mi disse che non sarei più andato in campo perché non potevo andare ad abbracciare i giocatori. Ma come potevo trattenermi? Gli dissi che non ce l’avevo fatta, ero troppo felice».