L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso della quasi chiusura degli stadi. La nuova regola è di non andare oltre i 5mila spettatori ma c’è il rischio Supercoppa.
In mattinata la vittoria di tre dei quattro ricorsi al Tar presentati dalla Lega contro le Asl che avevano stoppato giovedì squadre di Serie A; nel pomeriggio l’autolimitazione del pubblico negli stadi (dal 50% della capienza a 5.000 persone, con i settori ospiti chiusi) per le prossime due giornate di campionato e le gare di Coppa Italia dal 18 al 20; in serata l’idea di inviare una lettera a tutti i club per invitarli a vaccinare con la terza dose i loro tesserati entro il 23, ma anche i dubbi sulla reazione del Governo riguardo alla finale di Supercoppa di mercoledì a San Siro con 37.000 spettatori sugli spalti. Quella di ieri è stata una giornata ricca di colpi di scena per il nostro calcio. Pagano i tifosi, costretti di nuovo in massa davanti alla tv. Senza una simile decisione, presa all’unanimità dall’assemblea straordinaria convocata ieri, il governo avrebbe ordinato di giocare a porte chiuse.
La linea dura che la Lega aveva tenuto dopo l’assemblea di venerdì pomeriggio è saltata in aria già in tarda serata. Palazzo Chigi ha fatto indirettamente sapere ai vertici della Serie A che, se non avessero tagliato drasticamente il numero di spettatori almeno fino a fine mese, quando è previsto il picco della quarta ondata, il campionato sarebbe stato giocato a porte chiuse. Non si è mai parlato di stop del torneo. L’esecutivo, tenendo ferma la posizione di riaprire le scuole e volendo evitare un’ “esplosione” dei contagi, ha deciso di limitare le altre attività, dal calcio agli altri sport, passando per cinema, teatri ecc. In via Rosellini si sono resi conto di essere spalle al muro e, invece di attendere la mazzata, hanno agito. Solo 5.000 spettatori per la ventiduesima e la ventitreesima giornata di A, le due previste prima della pausa per le nazionali di fine mese, e i match degli ottavi di Coppa Italia dal 18 al 20; quelli in programma la prossima settimana (Atalanta-Venezia, Milan-Genoa e Napoli-Fiorentina) restano al 50% della capienza. Idem la finale di Supercoppa che rischia di diventare un caso: con l’attuale tasso di contagio e le mascherine Ffp2 poco indossate nelle curve, il Governo teme che Inter-Juve in programma tra 72 ore si trasformi in una bomba di contagi.