Nel post partita di SPAL-Pescara 0-1, Silvio Baldini, allenatore del Pescara, ha voluto dedicare il successo a Zdenek Zeman, alle prese con problemi di salute. L’ex allenatore del Palermo ha anche fatto cenno alla sua esperienza in rosanero.
Ecco le sue parole:
«Ci tengo a dire che i ragazzi e io vogliamo dedicare la vittoria a Zeman, perché quello che stiamo raccogliendo è il frutto del lavoro che ha iniziato lui l’anno scorso. Gli siamo tutti vicini, gli vogliamo bene e lo aspettiamo allo stadio o al campo, affinché possa festeggiare con noi. Non è una casualità quando una squadra fuori dal campo è un gruppo e in campo è una squadra. Io, a Palermo, avevo una squadra che ha fatto i playoff, vincendo dieci delle ultime dodici partite, di cui sei consecutive fuori casa. La possibilità di incrementare questo bottino c’è ancora. Questo accade quando hai un vero gruppo fuori dal campo, dove bisogna ridere, festeggiare, gioire e fare tutto ciò che rende vivace la squadra. Però, in campo, i ragazzi hanno dei ruoli e tutti insieme devono essere bravi ad attaccare con la palla e difendere senza. Nessuno è titolare, nessuno è riserva; loro questo messaggio l’hanno recepito, e questo può portare a fare risultati nel tempo, perché poi anche la fortuna aiuta chi ci mette il cuore e la passione, al di là della professionalità che credo tutte le squadre abbiano»
«Quando sono partito per il ritiro ho fatto la presentazione e ho detto a tutti che desideravo vincere il campionato e portare il Pescara prima in Serie B e poi in Serie A. Sicuramente tutti avranno pensato che fossi il classico lecchino e ruffiano, che la società mi presentava per dare messaggi campati in aria. Le risposte, però, ci sono state dalla presentazione in poi: io sogno e lavoro per realizzare i miei sogni. Il mondo del calcio è fatto di ipocriti e lestofanti, e quando sentono queste parole e questi concetti ti stanno sulle scatole. Il calcio è talmente monetizzato che tutti vedono solo affari, quindi chi ci mette il cuore e lo dice, e parla di cuore e sogni, non va a genio. Io lo so, e tutte le volte lo rimarco perché è una battaglia psicologica che alla lunga perdo io, perché non cambierò il calcio. Però ci sono periodi della mia vita in cui mi posso divertire a dire queste cose, come stasera, perché stiamo andando bene e vinciamo».
«Non mi interessa pensare se siamo favoriti o meno, a me interessa una partita per volta: gioire fino a domenica per la vittoria di stasera, e poi da lunedì pensare alla Lucchese e nient’altro. Lavoreremo per fare una prestazione che ci consenta di far bene noi e mettere in difficoltà loro. Quando si dice che bisogna vincere e non si può perdere, io non lo accetto: la vita è fatta di tante circostanze e non si sa cosa possa accadere. Dobbiamo lavorare sapendo che stiamo facendo bene, ma questo periodo può sempre finire per un episodio in un certo momento. Ho la convinzione che i giocatori del Pescara siano un grande gruppo fuori dal campo e una grande squadra in campo. Dopo dieci partite, ne abbiamo giocate nove e i ragazzi hanno dimostrato questi valori».
Di seguito una clip di un’intervista in cui parla delle ambizioni di squadra: