Torna la rubrica targata “Ilovepalermocalcio.com” per dare voce ai tifosi rosanero che, nell’ultima stagione, hanno seguito con calore e passione le vicende del Palermo. Il protagonista, oggi, è Claudio Alessandro Liotti, sostenitore rosanero da tanti anni. Intervenuto ai nostri microfoni, Alessandro si è soffermato sugli arrivi di Alessio Dionisi e Morgan De Sanctis, rispettivamente nuovo allenatore e direttore sportivo del club siciliano, ma non solo.
Ecco le sue parole:
Cosa ne pensi degli arrivi di Dionisi e De Sanctis?
«Dionisi mi piace molto, è un tecnico giovane ma già con una discreta esperienza. Ha alle spalle una promozione diretta dalla B alla A con l’Empoli e poi è stato scelto dal Sassuolo come erede di De Zerbi, centrando due salvezze tranquille. Lo scorso anno non fa testo perché la squadra gli è stata parecchio indebolita e da gennaio ha perso Berardi per infortunio, per cui è stata un’annata storta. Su De Sanctis che dire, è a inizio carriera, a Salerno non ha fatto bene, ma speriamo che gli errori gli siano serviti e possa riscattarsi a Palermo».
Cosa ti aspetti dal mercato e dove interverresti particolarmente?
«A mio avviso c’è molto da intervenire un po’ in tutti i reparti, ma soprattutto in difesa. Possiamo dire che bisogna rifondare la rosa al 70% e che vanno chiarite diverse posizioni. Ad esempio bisogna capire se Segre e Brunori hanno intenzione di restare».
A proposito di Brunori. Come valuti l’attuale situazione del capitano rosanero, al centro di diverse critiche da parte dei tifosi del Palermo?
«A mio avviso le sue dichiarazioni rilasciate dopo la sconfitta contro il Venezia siano inopportune ed evitabili. Adesso tocca a lui chiarire la sua posizione ed, eventualmente, chiarirne il senso».
Come valuti l’ultima stagione, da poco conclusa?
«Secondo me c’erano i presupposti per fare molto di più, pertanto la reputo negativa. Strada facendo, abbiamo perso troppi punti e c’è tanto rammarico».
Qual è la tua più grande pazzia fatta per il Palermo?
«Per il Palermo ho fatto tante pazzie, come tanti tifosi che conosco, non mi sento più tifoso di altri . Semmai mi porto dentro da decenni il rimorso di aver preferito, nel 1991, andare allo stadio a vedere un Palermo – Barletta sotto la pioggia battente, piuttosto che fare visita in ospedale a mia zia Maria, la quale chiedeva di vedermi e dopo 2 giorni, purtroppo, è volata in cielo senza che facessi in tempo a salutarla!».