Ci risiamo. Il Palermo di Tedino perde altri due punti di fondamentale importanza. Ancora una volta tra le mura del “Barbera”. Ancora una volta in rimonta. Ancora una volta contro un avversario più che abbordabile. Ancora una volta in una giornata in cui dagli altri campi erano arrivate belle notizie. Contro la Cremonese i rosanero non sono andati oltre l’1-1, buttando un’occasione più ghiotta che mai e ringraziando ancora una volta chi ha fermato le dirette concorrenti per la promozione.
Se infatti lo Spezia non avesse agganciato il Frosinone sul finale, a quest’ora il Palermo avrebbe perso nuovamente il secondo posto in classifica. Il problema è che non si può sempre contare sulle disfatte degli altri. A poco sono servite dichiarazioni come “Il destino è nelle nostre mani”. Evidentemente Tedino non è riuscito a trasmettere questo concetto a chi scende in campo ogni sabato. Quello che è chiaro a tutti è che così non si va di certo in serie A. Troppi punti lasciati per strada, troppe occasioni buttate al vento e sempre meno giornate a disposizione.
Mancano solamente 7 partite alla fine del campionato di serie B. 7 gare in cui può succedere di tutto e ogni avversario sarà più agguerrito che mai perché lotterà fino alla fine per qualcosa. I due turni casalinghi consecutivi erano troppo importanti. Due occasioni per fare bottino pieno e staccare il terzo posto che vorrebbe dire play off. Ma il Palermo non è stato abbastanza forte. Se è vero che la squadra di Tedino non ha mai brillato dal punto di vista del gioco, è anche vero che nel girone d’andata ha fatto del suo essere “brutto, sporco e cattivo” un trend che l’ha premiato campione d’inverno.
Oggi la situazione è ben diversa. Di quel Palermo è rimasto solo il “brutto”. Un Palermo che fa fatica contro tutti, quando dai più era dato favorito per la promozione diretta. A questo punto della stagione è difficile stabilire a chi dare le colpe dell’evidente involuzione rosanero, ma sul banco degli imputati spunta a chiare lettere il nome di Tedino. Lo stesso Tedino che fino a ieri, parole di Zamparini, era intoccabile e a Palermo avrebbe fatto anche la serie A. Il problema è che la A bisogna conquistarla, non snobbarla.