L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara persa dal Palermo contro il Südtirol.
Ora tutto si può dire sulla prestazione del Palermo, che non ha giocato bene e vedremo presto perché. Ma è innegabile che senza questo episodio avremmo visto un’altra partita. Perché prendere gol così cambia tutto: anzitutto lo stato d’animo di chi lo subisce. Ma cambia anche l’inerzia tattica della gara.
Il Südtirol che era arrivato a Palermo seguito da una ventina di fedelissimi si è chiuso ulteriormente nel suo 4-4-2 lasciando il solo Odogwu (il migliore in campo in assoluto) in avanti e il Palermo ha sbattuto per l’intera partita senza trovare lo spiraglio giusto. Lo ha fatto in modo confuso e senza il giusto ritmo. Lo ha fatto in modo quasi sempre prevedibile nonostante Corini abbia riprovato it 4-2-3-1, sperando che Floriano (poi Soleri) inventasse qualcosa, lo ha fatto senza gettarsi troppo in avanti temendo di subire il secondo gol in contropiede, come era accaduto con l’Ascoli. Cosi la partita s’è giocata principalmente nella metà campo della squadra di Bisoli, brava e fortunata nel difendere il prezioso vantaggio.
I fischi di parte del pubblico alla fine li interpretiamo in vari modi. C’è chi fischia sempre quando il risultato è negativo. Un raptus. C’era chi rimproverava alla squadra di Corini una prestazione lenta, compassata e affidata alle puntate individuali degli esterni. Di Mariano e Elia non hanno fatto malissimo, ma hanno giocato quasi da soli, alla ricerca di un cross qualsiasi, può di liberarsi la palla dai piedi. C’è stato anche chi ha fischiato per rabbia e frustrazione, dopo Manchester le aspettative erano quelle di un Palermo stellare. Non è cosi, non poteva essere cosi perché questa squadra non ha ancora una identità ed è andata bene fin quando ha provato a somigliare a quella della passata stagione. Pressing e corsa. Come col Perugia o a Bari. Oggi è ancora alla ricerca di se stessa, di punti di riferimento nuovi che non ingranano (Saric non ha giocato, Stulac e stato sostituito nell’intervallo) e della conferma di quelli vecchi.