L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul futuro del Palermo in mano al City Group, spiegando come non sia possibile formare una squadra fatta interamente da prestiti da Manchester.
In attesa di capire quali saranno gli investimenti del City Football Group sul mercato del Palermo, un dato è certo: il club rosanero, pur entrando a fare parte della galassia messa in piedi nell’ultimo decennio dallo sceicco Mansour, non potrà diventare una colonia di giocatori da “parcheggiare” o valorizzare. L’idea, anche suggestiva, che in Sicilia potesse nascere un terreno fertile per alcuni elementi di proprietà del Manchester trova molti intoppi.
I nuovi regolamenti Fifa, che entrano in vigora dalla stagione 2022/23, parlano chiaro e pongono dei paletti volti a favorire la crescita dei giocatori all’interno delle singole nazioni. Ogni club, infatti, non potrà fare più di otto prestiti verso altre società e allo stesso modo non potrà riceverne più di otto. Uno schema che dalla stagione 2023/24 ridurrà la forbice a sette prestiti. Inoltre, da quest’anno gli scambi tra due stessi club non potrà superare i tre prestiti sia in una direzione che nell’altra. Nel caso del Palermo, quindi, il numero di arrivi dalla casa madre è già stabilito. A questo bisogna aggiungere anche che, dall’introduzione della Brexit, i giocatori di nazionalità britannica sono considerati extracomunitari.