Il Palermo-City pensa al mercato. Ecco le cifre spese nei campionati europei dal City Football Group
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul mercato che farà il City Group per il Palermo.
È sul fronte economico, però, che si può già tracciare una linea. Nei tre anni trascorsi in Segunda Division, il Girona ha speso sul mercato 5,7 milioni nella prima stagione da retrocessa (con cessioni per oltre 25 milioni), poi non ha speso nulla per i cartellini nell’annata successiva (vendendo Bono al Siviglia per 4 milioni, Lozano al Cadice per 2,5 milioni e Borja Garcia all’Huesca per 1,5 milioni) e in quella appena conclusa, facendo per lo più affari a parametro zero, oppure inserendo giocatori provenienti dalla base. Nahuel Bustos (argentino), Yan Couto (brasiliano), Dario Sarmiento (argentino) e Pablo Moreno (spagnolo), giusto per citare quelli giunti in prestito al club catalano nell’ultimo biennio.
Al Troyes, invece, il City Football Group ha trascorso un solo anno in Ligue 2, con investimenti sul mercato anche inferiori rispetto a quelli visti a Girona. Una volta approdato in Ligue 1, però, il club francese ha ha speso decisamente di più (quasi 22 milioni di euro nella stagione 2021/22). Sempre con qualche calciatore giunto in prestito da Manchester: Sandler, Roberts, Kabore e Palmer Brown nell’ultimo anno, il giovane Krastev nella stagione in seconda serie. Se Palermo si posizionerà in un gradino distaccato rispetto a queste due future «consorelle», lo si capirà proprio in sede di mercato.
Un investimento come quello previsto per l’eventuale riscatto di Brunori (la Juventus ha già sul piatto offerte per 4,5 milioni di euro), il City Football Group non lo ha mai fatto per un singolo giocatore di un club di seconda serie. I cartellini di Espinosa, Muniesa e Mojica a Girona sono costati grosso modo quella cifra, ma con i catalani nella Liga. Idem per Metinho al Troyes, sebbene il classe 2003 brasiliano non abbia mai giocato in prima squadra. Sostenere un investimento in questi termini per un club di Serie B, porterebbe il Palermo in un piano diverso rispetto agli altri club controllati dalla holding. Questo, ovviamente, senza nemmeno far paragoni col Lommel nella seconda divisione belga o con le altre società sparse in giro per il pianeta, in realtà calcistiche diverse da quella italiana, spagnola o francese