L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla finale in programma questa sera tra Padova e Palermo.
Stasera a Padova in palio «mezza» Serie B, per il penultimo atto di una stagione che nessuno s’aspettava. Il Palermo in finale per la promozione, quasi centomila presenze al «Barbera» in tre partite di play-off, le bandiere rosanero di nuovo in strada dopo quasi venti anni, forse ha già senso parlare di una bella favola sportiva. Una favola scritta in poche settimane in modo del tutto imprevedibile e diversa da tutte le precedenti che hanno visto le maglie rosanero impegnate nel tentativo di vincere la terza serie.
Tutte le volte che il Palermo ha vinto la Serie C… doveva vincerla. Aveva squadre corazzate, nettamente favorite in campionati più semplici, giocatori di qualità e di grande esperienza. Pensiamo a Ranieri e Majo nel 1985; a Lunerti, Favo e Paolucci nel 1991; a Serra, Cecconi e Biffi nel 1993, a Cappioli e Giampietro nel 2001. Furono vittorie belle, partecipate, ma quasi annunciate. Qusta no, e prima di addentrarci nella
narrazione di questa doppia finale diciamo che comunque vada Silvio Baldini ha già vinto la sua sfida. E Renzo Castagnini che ha costruito questa squadra merita la piena riabilitazione, dopo tante critiche.
Arrivare a giocarsi tutto in questa doppia sfida, dopo avere superato di slancio Triestina, Entella e Feralpisalò, è un risultato di eccezione, ma sappiamo tutti che non completare l’opera, non battere anche il Padova, sarebbe un colpo difficile da incassare.
Il Padova – che lo scorso anno già perse in finale contro l’Alessandria – è forte, il suo organico è composto da calciatori che hanno fatto la B e qualcuno la Serie A (Dezi e Ceravolo, per esempio), Oddo è un tecnico non solo navigato ma anche preparato. Eppure i bookmakers dicono che il Palermo è favorito. Scelgono il cuore e l’ardore piuttosto che la ragione. Partendo però da una considerazione di base errata, da una parziale conoscenza del cammino della squadra di Baldini. Ritenendo che il fattore ambientale, i trentacinquemila che domenica prossima spingeranno i rosa nella gara di ritorno saranno decisivi. Forse sarà così. Non ci sono dubbi che lo spettacolo del «Barbera» sarà unico, ma la storia di questa rimonta dice altre cose.