L’Italia si è fermata, anche il calcio prende atto della pericolosità del Coronavirus. « Che il momento sia delicato è evidente, il Governo ha preso dei provvedimenti di massima urgenza, forse fino a 10 giorni fa non si percepiva la reale portata dell’emergenza. Se il tasso di mortalità non è elevatissimo, quello dei contagi è preoccupante, andava trovata una soluzione».
Come avete modificato le vostre abitudini? «Noi seguiamo il protocollo previsto dalla legge e dalla società, evitando il più possibile i contatti, continuiamo ad allenarci anche perché siamo sotto controllo, evitiamo di fare cose extracalcio, ognuno di noi deve evitare di fare cavolate fuori dal campo, restando a casa. Ci spogliamo in spogliatoi diversi,finché restiamo tra di noi è tutto sotto controllo. Fuori dal campo se prima si poteva andare a pranzo o a cena assieme, adesso evitiamo, a maggiore ragione ora coi locali chiusi».
Come ci si allena sapendo di non poter giocare? «Per quanto mi riguarda ho la possibilità di arrivare al 100% della condizione, non è la stessa cosa che prepararsi per una partita, però non possiamo abbassare la guardia perché come si può fermare tutto, si può anche riprendere tra tre settimane». Queste le parole dell’attaccante del Palermo, Giovanni Ricciardo, rilasciate ai microfoni di “La Gazzetta dello Sport” in merito all’emergenza Coronavirus.