L’edizione odierna de “Il Mattino” ha riportato un’intervista al palermitano Ignoffo il quale si è espresso in vista della sfida tra Avellino e Palermo.
Avrebbe potuto essere sugli spalti del Partenio Lombardi domenica, ma un contrattempo ha bloccato Giovanni Ignoffo proprio all’ultimo. «Mi dispiace molto: avevo organizzato tutto: sarei venuto con una nave sabato sera da Palermo per ripartire la sera successiva. Purtroppo ho avuto un problema: presto però tornerò in Irpinia”. Perché in fondo vedere le partite dal vivo ha tutto un altro sapore. “Sto girando molto come è giusto fare quando si sta fermi. Ho visto Messina – Juve Stabia nell’ultima giornata di campionato e
molte volte il Palermo».
Della squadra di Baldini ne conosce davvero i pregi e difetti. «E’ una formazione che nella fase offensiva ha molte qualità soprattutto in termini di velocità: Brunori è il classico attaccante moderno, svaria su tutto il fronte, non dà punti di riferimento e segna soprattutto. Sugli esterni Valente, Silipo e Floriano sono tutti ottime alternative, Luperini è una falsa seconda punta, De Rose è un veterano che dà esperienza. In difesa hanno trovato un certo equilibrio: non ci sono elementi fenomenali e dunque qualche gol possono beccarlo però la squadra ha un atteggiamento aggressivo e spesso alto che porta gli avversari lontano dall’area di
rigore».
Lontano dal Barbera il Palermo soffre: solo undici punti realizzati. «E’ vero ma i rosanero – continua l’ex capitano e tecnico dell’Avellino – sono stati anche sfortunati: nella trasferta di Francavilla sono andati sotto e poi pur avendo una serie di occasioni per pareggiare non ci sono riusciti. Silipo è entrato e ha spaccato la partita, ma non è bastato. Ripeto in casa sono una vera macchina da guerra anche se non è bello usare termini così in questa fase, fuori invece fanno fatica».
Di fronte troveranno un Avellino reduce da due vittorie ed un pareggio sotto la gestione Gautieri e soprattutto zero gol subiti. “La premessa – spiega il palermitano doc – è che la squadra irpina ora è in ottime mani, anche se i D’Agostino, che stimo molto, sarebbero forse dovuti intervenire prima. Enzo De Vito ha le competenze giuste e la professionalità adatta per poter indirizzare la società e la squadra, Carmine Gautieri è un amico e ha cambiato molte cose, si vede in modo evidente».
Ignoffo approfondisce il discorso dal punto di vista tecnico. «Conosco molto calciatori della rosa con cui mi confronto spesso: Gautieri ha dato delle certezze, senza nulla togliere a Braglia, che finora non avevano soprattutto nella fase di possesso palla. Nella costruzione del gioco prima ci si affidava all’episodio singolo tipo il calcio d’angolo, la punizione o la giocata di chi più talento. Invece con Carmine si lavora su varie soluzioni alternative che permettono ai singoli di avere le idee più chiare. Sanno cosa fare e quando farlo».
La certezza di domenica intanto sarà l’emergenza tra squalificati e positivi al Covid.
«Purtroppo capita: nella fase decisiva del campionato gli ostacoli sono dietro l’angolo e le difficoltà sono maggiori di quelle che ci si poteva aspettare. La forza dello staff tecnico sta tutta nel gestire al meglio la rosa a disposizione, puntando anche sulle motivazioni e sulle energie di quelli che hanno trovato poco spazio. Penso prima di tutto a Micovschi, ma anche a Mignanelli e Mastalli che mi sembrano animati da grandissima voglia di riscatto, magari costringeranno Carmine a cambiare l’idea che si è fatto ed in futuro riusciranno ad avere un ruolo da protagonisti».
E dopo il triplice fischio tutti concentrati su Catanzaro – Bari, alle 17,30. “I calcoli a questo punto vanno fatti eccome – svela Ignoffo – ed è chiaro che il pareggio sarebbe il risultato migliore per i lupi anche se è una sfida da tripla. A patto però che l’Avellino vinca contro il Palermo ed anche nel recupero contro il Catania. Il tutto in attesa dello scontro diretto del San Nicola del 10 aprile: meglio giocare lontano dal Partenio Lombardi, la testa è libera, non ci sono pressioni e si ha tutto da guadagnare. E’ tutto possibile ma bisognerà pedalare tanto in salita, senza fermarsi mai».