L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul palermitano Iraci.
Con 2 gol messi a segno in appena 49 secondi, il palermitano Benedetto Iraci, attaccante del Canicattì, ha realizzato la doppietta più veloce del calcio italiano, battendo un record che fino a pochi giorni fa apparteneva al milanista Ante Rebic, che segnò 2 gol in 70 secondi. Ma questa, per Benny, come lo chiamano amici e tifosi, è stata solo l’ultima di una serie di soddisfazioni, traguardi e record. In una carriera di alti e bassi, che lo ha visto partire dallo Zen di Palermo, trasferirsi al Bari a 13 anni, affermarsi tra i professionisti, per poi “sprofondare” dopo un brutto infortunio che lo aveva allontanato dai campi di calcio. E rialzarsi. Armato di passione e supportato dalla sua famiglia e dai tre figli Salvuccio, Marta e Sofia, Benny è ripartito.
Con il Canicattì ha vinto il suo secondo campionato d’Eccellenza consecutivo e ha realizzato la doppietta più veloce del calcio italiano. Un bel traguardo per il talentuoso esterno palermitano, che già lo scorso anno si era aggiudicato il pallone d’oro siciliano:
«Ho saputo di questo record per caso – racconta Iraci, che in questa stagione ha realizzato 15 gol e ben 24 assist – Me lo ha comunicato il nostro addetto stampa dopo la vittoria con la Mazarese. Sono belle soddisfazioni, soprattutto perché un giorno le racconterò a figli e nipotini. Ma la cosa più importante era vincere il campionato e ci siamo riusciti, conquistando la serie D. Sono felicissimo perché è il quinto campionato che vinco in carriera».
Cinque campionati vinti e quasi 100 gol, di cui 6 tra i professionisti. Non male per un esterno. Anche se, ripensando ai suoi esordi, Benny non può certo restare indifferente: «Sono cresciuto allo Zen, tirando calci a un pallone per strada e nei campetti di periferia. Ho cominciato alla Tieffe e a13 anni mi ha voluto fortemente il Bari dopo avermi visto giocare in un torneo.
Ero abbastanza impaurito, ma poi ho preso subito il volo, supportato dalla mia famiglia. Per un ragazzino di quartiere, come me, era un sogno. Al Bari ho fatto tutta la trafila, fino alla “Primavera”, facendo anche un ritiro pre-campionato con la prima squadra di Beppe Materazzi. A 17 anni giocavo titolare in serie D con il Barletta e poi ho fatto ben 7 campionati consecutivi di serie C. Nel 2014, mi infortunai gravemente».