Su “Gazzetta.it” si legge la storia del palermitano Andrea Compagno. In Romania è per tutti “El matador”. Merito dei capelli lunghi e di una fascetta capace di evocare somiglianze: “Lo stesso soprannome di Cavani? Credo sia per questo. In caso contrario, non saprei dare un’altra spiegazione”.
Nato a Palermo nel 1996, dopo una prima parte di carriera passata a soffrire e a inseguire, è oggi il centravanti titolare del FCSB, la vecchia Steaua Bucarest, il club più prestigioso della Romania. Ed è capocannoniere della Liga I con 9 reti messe a segno: “Qui ho trovato la sfida che cercavo. Mi sento un’altra persona”. Andrea ha scelto di riprovarci lontano da casa dopo tante porte chiuse. Cresciuto nelle giovanili di Palermo e Catania, nella penisola non ha mai superato la Serie D – tra Sicilia, Piemonte e Sardegna – per colpa di ginocchia troppo fragili: “Per anni sono stato tormentato da un problema alle cartilagini. Il dolore mi ha fermato, ma il segreto è stato guardare avanti e continuare a crederci. Sempre con la stessa passione”.
«Nell’agosto 2018 è cambiato tutto. A 22 anni ho deciso di trasferirmi al Tre Fiori, società di San Marino. Un’esperienza quasi da fine carriera, una soluzione scelta da tanti colleghi per star tranquilli e divertirsi negli ultimi anni. Oltre ad aver condiviso lo spogliatoio con un campione del mondo come Zaccardo, ho capito tante cose. Ci si allenava di sera per tre volte alla settimana, ma io martellavo anche da solo, nei giorni liberi, perché non riuscivo a stare fermo. La forza di volontà ha fatto la differenza, ho segnato 37 gol in 41 partite e ho ripreso in mano il mio futuro».
In Romania.
«Mi sono detto che qualcosa avrei potuto ancora combinare, ma non in Italia. Oltre alla Serie D, ci sarebbe stato poco. Nel 2020 è arrivata un’offerta dal Craiova e ho colto al volo l’occasione. Il club era in seconda serie, ma veniva da stagioni positive dopo la ripartenza dalla quarta divisione per questioni giudiziarie. Ho saltato tre mesi per un problema al collaterale, poi sono tornato in campo e abbiamo vinto il campionato. L’anno successivo in massima serie ho segnato 12 gol. Mi hanno rinnovato il contratto e poche settimane fa, anche grazie a un buon avvio di stagione, e sono passato allo Steaua».
Negli ultimi giorni di mercato.
«Scena divertente. Era un sabato mattina di fine estate, stavo giocando alla Playstation. Iniziano ad arrivarmi dei messaggi. ‘Complimenti, che salto. Giocherai in Europa’. Apro Internet e capisco: ‘Compagno allo Steaua’. Poi, la chiamata del mio procuratore. Nella notte, le società avevano trovato l’accordo per il trasferimento dopo una lunga trattativa. Il presidente voleva tenermi».
Alla fine però ha ceduto. Come mai?
«A Craiova non manca l’ambizione, ma nel mio caso è stata un’operazione importante. Due anni fa ero arrivato a parametro zero, mi hanno rivenduto a un milione e mezzo e hanno chiuso una bella plusvalenza».