L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Messina che ripartirà dai dubbi di Sciotto.
Un clima d’altri tempi. Il record stagionale di presenze allo stadio, a memoria il maggior afflusso al San Filippo nei cinque anni dell’era Sciotto. Ma, soprattutto, una salvezza che per una serie di congiunture è arrivata il 10 aprile. Prestissimo, se si considera che sino a pochi giorni fa lo spettro di un passaggio obbligato dalla giostra imprevedibile dei playout, era più che un’opzione. Ergo: oggi il club giallorosso, in un lampo, si è ritrovato di fronte ad un’opportunità irripetibile: poter gettare, con largo anticipo, le fondamenta del Messina che verrà. Parola d’ordine programmazione, insomma. Che non è esattamente un dettaglio, per una società abituata, quasi per prassi, a rincorrere il tempo con tutti gli effetti collaterali che questa tendenza ha prodotto negli anni.
Il club è in vendita? Il presidente Sciotto, nel post partita col Taranto, non stava nella pelle per la gioia. Al punto da definire quella cornice di spettatori, quella partita e quel traguardo raggiunto il giorno più bello della sua gestione. «Un pubblico eccezionale, caloroso. Sono felice, è stato bellissimo», ha detto. Ma il patron, a domanda, non si è sbilanciato: «Al futuro penseremo tra qualche settimana». Prima c’è un altro evento da incorniciare, sabato prossimo, quando il Messina chiuderà in festa la sua stagione. Ancora al San Filippo, contro la Turris. Il patron, a più riprese, sia in pubblico che in privato – e anche nel recente passato – ha espresso un concetto netto: salvo il Messina e poi passo la mano. Già, anche perché in famiglia è rimasto l’unico a parlare di calcio e le pressioni affinché chiuda questa esperienza sono costanti, nella cornice della sua sfera più intima. Nell’ottica di un’eventuale cessione del club, però, tutte le interlocuzioni avviate in pieno inverno si sono risolte in fumate nere. Bisognerà, eventualmente, riattivare i canali giusti. E servirà farlo al più presto.
Ancora Sciotto L’alternativa? Il “piano B”, che non è da escludere. Perché chi lo conosce, il presidente giallorosso, sa che in cuor suo vorrebbe, in fondo, restare in sella, magari ripartendo proprio dal management attraverso cui ha ripreso per i capelli una stagione che sembrava ormai compromessa, dopo lo strappo con Pietro Lo Monaco. Tutto, però, si delineerà nelle prossime settimane. A partire dalle certezze su cui il club potrà contare: la piena consapevolezza che il Messina può riportare la sua gente allo stadio, in una città che continua ad avere tanta fame di calcio. Non solo: ci sono, peraltro, ben 15 calciatori che la scorsa estate hanno sottoscritto un contratto biennale. E alcuni di questi, senza dubbio, potranno rappresentare una sostanziale base tecnica da cui ripartire.