Il Messaggero Umbro: “Ternana, i comportamenti del patron sotto la lente del delegato di Lega”

L’edizione odierna de “Il Messaggero Umbro” si sofferma su Stefano Bandecchi e il suo comportamento al fischio finale del match perso contro il Cittadella che potrebbe non restare impunito.

Chi di sociale ferisce, di social perisce. Le immagini dello scambio di sputi tra alcuni tifosi della curva Est e il presidente della Ternana Stefano Bandecchi, hanno fatto il giro d’Europa, trasformando la diatriba in un evento mediatico di cui si continuerà a parlare anche al di fuori della Conca. A chi giova tutto ciò, difficile capirlo. Oltre alle immagini dei giornalisti, dei tifosi e delle forze dell’ordine, ci sono pure gli appunti che il delegato di Lega presente al Liberati dovrebbe aver annotato non solo prima e durante la partita con il Cittadella, ma soprattutto dopo il fischio finale del direttore di gara Matteo Marcenaro.

E’ necessario avvolgere il nastro della memoria, per raccontare meglio e cercare di capire quanto sia successo sabato pomeriggio. Il presidente Stefano Bandecchi dopo la sconfitta rimane seduto nello spazio a lui adibito a bordo campo. Forse era in meditazione. Forse stava verificando se i calciatori avessero rispettato le indicazioni del patron di non recarsi sotto la curva Nord. Curva che tra l’altro ha pure timidamente applaudito gli atleti a testimonianza di una debacle che brucia ma immeritata rispetto a quanto prodotto dai veneti. Ma la partita, purtroppo, è finita in secondo piano. Il presidente si alza dopo che i calciatori sono usciti dal terreno di gioco, tra l’altro riproponendo il cerchio magico di lucarelliana memoria. Tra coloro che sono rimasti, c’è chi urla consigliando di richiamare proprio Cristiano Lucarelli. Il patron invece di imboccare la strada del tunnel, decide di recarsi proprio verso la curva Est dove alcuni sostenitori rossoverdi gli fanno cenno di andarsene, redarguendo i bodyguard che cercavano di fermarlo.

Una volta arrivato accanto al fossato riceve probabilmente il primo sputo, a cui risponde senza esclusione di colpi. Arrivano pure gli agenti della Digos che a stento cercano di portarlo via, richiamandolo alla calma. Tutto sotto gli occhi del delegato che presenzia alla gara per poter riferire sul suo andamento in relazione all’organizzazione, alle misure di ordine pubblico, al comportamento del pubblico e dei dirigenti delle due squadre, espletando anche il controllo a caldo. La domanda, avrebbe detto quello della televisione qualche anno fa, sorge spontanea. Ci saranno dei provvedimenti? Ad aprile di un anno fa il giudice sportivo lo fermò per un mese dopo aver insultato il direttore di gara Ivan Robilotta dopo la gara contro il Frosinone. In tutto quel caos, almeno ha chiesto scusa a quelli che lo hanno cercato di trattenere.