L’edizione odierna de “Il Messaggero” si sofferma sulla gara di questa sera tra Palermo e Perugia, e lo fa attraverso le parole di Castori.
Inizio thrilling, non c’è che dire. Il Perugia gioca stasera (ore 20,45) al Barbera di Palermo la sua prima partita del nuovo campionato, dopo la Coppa e relative polemiche arbitrali, in casa di una neopromossa che ha vive l’avvento in società di sceicchi milionari (il City Group), naviga sull’onda dell’entusiasmo, non perde al Barbera da un anno e mezzo (30 partite), davanti a qualcosa come 30.000 spettatori. Per il nuovo corso targato Castori di un Grifo operaio, da combattimento e pronto ad opporsi con sudore e sacrificio alle tante corazzate della Serie A2, non potrebbe esserci test migliore, una sorta di Davide contro Golia atto I.
«Ci siamo, era ora – ha esordito alla vigilia Fabrizio Castori prima di salire sull’aereo da Roma a Punta Raisi -. Abbiamo fatto passi avanti rispetto a Cagliari, siamo migliorati nella condizione, abbiamo recuperato Angella e Olivieri oltre a Curado che era squalificato. Il quadro generale è migliorato. Poi non dico niente di strano se dico che siamo ancora incompleti, ma la società lo sa». Sull’onda del Perugia di Alvini che tre mesi fa è riuscito a risalire la china dei pronostici fino a un playoff che grida ancora vendetta, quel che conta per Castori è solo l’identità di squadra. «Non pensiamo agli altri ma solo a noi stessi – dice Castori -, mi interessa che diventiamo squadra, la nostra identità di gioco. Il Palermo è squadra di massimo rispetto, il fatto che ha cambiato allenatore incide poco, Corini è esperto e ha già vinto la B, è furbo, dice che siamo più avanti di loro ma non so su che basi. Oggi nessuno è ancora al top. Non l’ho mai battuto? C’è sempre una prima volta…». E a spaventare il suo Perugia tutto intensità, corsa e verticalità non saranno certo le implicazioni ambientali.
«Siamo contenti che ci sarà uno stadio pieno, abbiamo il fuoco dentro, più il clima è caldo più possiamo fare la prestazione. Sono abituato a prendermi le responsabilità, voglio adrenalina, attenzione, motivazione. Perugia è una piazza importante, sono oltremodo grato per l’accoglienza ma bisogna rispondere alla gratitudine con i risultati». Motivazioni, entusiasmo, passione saranno le armi del nuovo Perugia. E l’obiettivo? «Quello che settimana dopo settimana saremo in grado a crearci. Sarà il campo a stabilirlo, a me interessa che la squadra cresca e migliori partita dopo partita, che sia fatto da gente che vuole arrivare, tenga ritmi infernali per 90’. Giovani o di categoria inferiore ne ho lanciati tanti, per una società sono una risorsa per la voglia di affermarsi. Ci saranno tante big milionarie? Io sono figlio di operai, vengo da una famiglia povera e dico che i soldi nella vita e nel calcio non sono tutto, ci sono altre risorse per arrivare ai risultati…».