L’edizione odierna de “Il Messaggero” si sofferma sul caos in casa Ternana con la lite tra i tifosi e Bandecchi dopo il ko contro il Cittadella.
C’è chi si abbona alla stagione teatrale. Chi invece la piece teatrale in salsa rossoverde se la gode gratuitamente. Produttore, regista, autore, scenografo attore protagonista, non protagonista, tecnico del suono e delle luci, il presidente della Ternana Stefano Bandecchi. Sbaglia chi ritiene che sia ai titoli di coda perché nella conferenza stampa dopo la sconfitta con il Cittadella e le dimissioni di Aurelio Andreazzoli, con l’annuncio senza conferma di un ritorno di Cristiano Lucarelli, il patron rivela di voler andare fino in fondo. Con la speranza di non andare affondo. Grazie a lui Terni si ritrova in una sorta di neoavanguardia teatrale dove la sospensione del tragico, il degeneree il problema del linguaggio, caratterizzano sempre più la stagione sportiva della Ternana, ma anche quella politica di un candidato a sindaco che rischia di rimanere senza commensali al prossimo pranzo.
Un uomo sanguigno e selvaggio, che passa dal sostenere i ragazzi prima della partita, a scontrarsi con alcuni supporter. Uno sputo rimane uno sputo e una comunità normale non può che condannare il gesto. Doveva essere un pomeriggio tranquillo. Invece è sfociato in un giorno che rimarrà nella storia della società, con Bandecchi che dopo il tentato corpo a corpo tiene la conferenza stampa. «Con mio immenso dispiacere –asserisce Bandecchi Andreazzoli non è più l’allenatore della Ternana. Si è dimesso. Anche se ho provato a fargli cambiare idea. Mi ha detto che nel mondo del calcio servono scosse.
Da uomo vero e onesto qual è, Andreazzoli mi ha detto che questa squadra è stata costruita per Lucarelli e che secondo lui devo riportarlo a Terni. Non ho ancora deciso, ci penserò su qualche ora. Ma Lucarelli è sicuramente la persona più vicina a questa panchina perché conosce bene il gruppo». Lucarelli nuovo allenatore? Macché. «Se lo richiamo non lo so, perché non voglio fare contenti quei tifosi che mi insultano o che sono addirittura contenti per il risultato contro il Cittadella. La Ternana è mia, pago io e ho pure rinunciato a incassare ventiquattro milioni di euro che potevano arrivare lunedì alle quindici dalla cessione delle quote».
Mentre parla, riceve la telefonata della moglie, che lo sta guardando in diretta, come sta facendo probabilmente Lucarelli e il suo staff: «Mi sono rotto di chi fa lo scemo. Io sono fatto così, oggi mi hanno fatto arrabbiare. C’erano tremila persone in questo stadio, di cui due mila sono rimasti a insultarci. Altro che rifare lo stadio. Può darsi che butto giù questo e non ci ricostruisco nulla». Con i tifosi della Est si è arrivati agli sputi: «È vero, loro hanno sputato a me e io ho sputato a loro. Perché, secondo voi io sto qui a farmi sputare? Io sono un uomo come gli altri, mica sono Gesù Cristo. Riappacificarmi? I ternani cambiassero atteggiamento, anzi non i ternani, quei quattro che mi stanno rompendo le scatole».