Il Messaggero: “Fase 2, i governatori del Sud contro il governo: «Bloccare le zone a rischio»”

L’edizione odierna de “Il Messaggero” si è soffermata sui governatori del Sud schierati contro il Governo in merito alla Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. In questi ultimi giorni, si sta riaprendo dappertutto, così sembra, la mobilità tra regioni. Non mancano però le polemiche con diversi governatori del Mezzoggiorno che chiedono di «limitare gli spostamenti dalle zone a rischio», cioè da quelle del Nord, in particolare la Lombardia.

Tra i più duri vi è il presidente della Campania, Vincenzo De Luca: «Stop agli spostamenti dalle zone con contagi ancora preoccupanti in corso». La Sardegna, con il presidente Solinas, continua a dire: «Chi è senza passaporto sanitario nell’isola non entra». Nel Lazio: «Se servirà, prenderemo delle contromisure. Non accetteremo forzature».
Enrico Rossi, il presidente della Toscana, al governo amico dice: «Riaprire i confini della Lombardia il 3 giugno sarebbe un errore. Occorre una ripresa della mobilità diversificata tra le Regioni». Musumeci chiede soltanto un «protocollo di sicurezza» per chi arriva e non un passaporto sanitario. La presidente calabrese, Jole Santelli, è su questa linea: «Il governo adotti precauzioni per chi esce da quelle Regioni dove il contagio è più alto. Fare i controlli in partenza, non scaricare un’altra volta sulle nostre Regioni i controlli successivi, perché non possono essere fatti».


Ecco qui di seguito la linea di De Luca: «Riaprire ma per non chiudere più». Quindi pensarci bene prima di farlo, per non doversi pentire poi. La linea di Zaia: «Dico sì ai lombardi, nessuno può essere trattato da untore, ma comprendo le ansie di Solinas». Il governatore Attilio Fontana si dice fiducioso che dal 3 non ci saranno più vincoli per la Lombardia: «Sono convinto che i lombardi saranno liberi di circolare in Italia. La Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avranno libertà di movimento». E via così. In ordine sparso. Ed è scontro con il governo, da parte delle Regioni, anche sulla data del voto amministrativo nel quale i governatori che pensano di aver ben figurato nell’emergenza virus vogliono incassare subito i consensi. Il marchigiano Ceriscioli: «Il voto a luglio è più sicuro che a settembre. Da Roma pesante sconfinamento di campo». E contro Roma anche De Luca: «E’ da irresponsabile stabilire la data del voto a settembre».