L’edizione odierna de “Il Messaggero” si sofferma sul caso scommesse con altri nomi in arrivo.
La ludopatia non si combatte col pugno duro. Fagioli si è pentito, si sta curando e potrà farlo per circa un anno lontano dal campo. Non si arriverà infatti a l29 ottobre-giorno in cui si sarebbe dovuto chiudere il fascicolo aperto lo scorso 30 agosto – con un deferimento da parte della Procura della Figc, dunque non si finirà nemmeno a processo. Fra oggi e domani, Nicolò patteggerà la sua pena sportiva, che scatterà subito dopo la ratifica dell’accordo: il centrocampista della Juventus, grazie alla sua collaborazione e all’autodenuncia in Procura Federale, potrebbe cavarsela con un forte sconto, più del 50 per cento dei tre anni di stop previsti per i tesserati che scommettono sulle partite di calcio.
È la primavera indicazione su come il procuratore Figc Giuseppe Chiné si stia muovendo sull’ultimo scandalo, che rischia di sconvolgere giovani carriere e di macchiare di nuovo il campionato italiano. Ma è anche un segnale inviato, tramite il “caso” Fagioli, ad altri giocatori, che potrebbero finire presto sotto giudizio. È un invito a cooperare subito, ad ammettere e riferire adesso per essere trattati col fioretto, altrimenti arriverà la sciabola in un secondo momento. Ha già scelto la stessa strada Sandro Tonali, il compagno di Nazionale che avrebbe istallato a Fagioli l’app di siti illegali per le scommesse. Già domenica i legali dell’explaydel Milan (ora al Newcastle) hanno avviato le trattative con la giustizia sportiva per l’autodenuncia, aprendo la via a un altro patteggiamento. A breve Tonali sarà ascoltato negli uffici di via Campania, ma intanto ieri l’avvocato Marco Feno si è presentato al Palazzo di giustizia di Torino per formalizzare il suo incarico alla sostituta procuratrice Manuela Pedrotta ed è laconico: «Per ora non mi è stato detto se è in programma un interrogatorio».
Sempre ieri infatti la procuratrice reggente, Enrica Gabetta, il pubblico ministero che si occupa dell’indagine, dirigenti e investigatori della squadra mobile della procura piemontese, che indagano su un giro di scommesse clandestine legate alla criminalità, si sono incontrati per fare il punto, in una riunione definita di «aggiornamento». Saranno svolte verifiche su eventuali profili di frode sportiva, ma al momento, secondo quanto si apprende, non ne sarebbe emerso alcuno. Il procedimento quindi resta aperto per «esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa» e, nel frattempo, è stata eseguita la cosiddetta copia forense dei telefonini sequestrati dalla polizia (su indicazione della Procura), non solo a Tonali, ma anche all’altro indagato, Nicolò Zaniolo. «Non ha mai scommesso, possibile abbia solo fatto giochi di carte come poker e blackjack su piattaforme online illegali, senza però sapere che lo fossero. Chiariremo tutto», continua a ripetere l’avvocato Gianluca Tognozzi, legale dell’attaccante dell’Aston Villa. E del resto se l’ex giallorosso si fosse limitato a frequentare le piattaforme senza puntare sulle partite di calcio, rischierebbe solo un’ammenda di qualche centinaia di euro, senza alcun risvolto sportivo. Infatti sull’ex Roma al momento la Procura Federale non ha aperto alcun fascicolo.