“L’incubo vero non è il presente, anche se il presente parla di un ultimo posto in classifica senza vittorie. La cosa peggiore rischia di essere il futuro. Già, perché esiste il rischio concreto di trasformare questi ulteriori sei mesi di campionato in una lunga e dolorosa agonia che avrebbe conseguenze devastanti per l’ambiente calcistico e forse anche per la società. Non è sbagliato dire che in caso di sconfitta a Palermo, il Pescara avrebbe almeno un piede in serie B. Non è sbagliato perché se una squadra mette insieme solo 5 punti sul campo in quasi cinque mesi di campionato, è difficile immaginare che possa cambiare ritmo clamorosamente, ache se di mezzo c’è il mercato di gennaio. In ogni caso, comunque vada giovedì sera al Barbera, è giusto chiedere a tutti di continuare a crederci. Nessuno può pretendere il risultato da una squadra, perchè quello dipende da molti fattori. Ma si può e si deve pretendere un atteggiamento combattivo e decoroso finoall’ultimo. Un atteggiamento che non passa per reazioni isteriche (vedi le ultime due espulsioni) o depressi. Se non è possibile costruirsi una personalità, è possibile lavorare con impegno per migliorarsi, per il rispetto che si deve al proprio pubblico e al proprio stesso lavoro. Ormai sparare contro il mercato fatto a luglio dalla società è quasi una forma di accanimento terapeutico. Quello che c’era da dire l’abbiamo detto e scritto a luglio, anche perché non serviva uno scienziato per esaminare i limiti di una rosa che tutti, nel mondo del calcio, hanno definito incompleta. Ora quello che serve è non continuare a sbagliare, e magari interrogarsi seriamente anche sulla guida tecnica. Oddo è un buon allenatore, ma anche i buoni allenatori sbagliano o attraversano momenti difficili. La squadra che ha vinto il campionato l’anno scorso gli somigliava in tutto: nell’atteggiamento, nella spavalderia, nella brillantezza. Il Pescara di oggi non ha più nessuna di quelle caratteristiche. E quando una squadra non riesce ad assorbire più niente dal proprio allenatore, non c’è molta scelta. O si cambia la squadra o si cambia il tecnico. Portare avanti l’equivoco sarebbe la scelta peggiore. Poi, a fine campionato, si potrebbe aprire anche un discorso di rinnovamento societario. Anche Sebastiani si gioca molto in questi prossimi mesi. Dovesse andare avanti questa agonia,anche per lui sarebbe difficile portare avanti il suo progetto”. Questo quanto riportato da “Il Messaggero”.